Giuseppe Conte vuole «svuotare» con una norma contra-personam i conti di Matteo Renzi. A Montecitorio sbarca la proposta di legge, di cui il leader 5S è il primo firmatario, per bloccare conferenze e consulenze dei parlamentari con gli Stati esteri. L'obiettivo è quello di neutralizzare l'attività di conferenziere del senatore di Scandicci. Renzi - che nel 2011 ha dichiarato incassi pari a 1,1 milioni di euro per prestazioni fornite in qualità di consulente all'Arabia Saudita sulla costruzione delle città green potrebbe essere costretto a rinunciare alla principale di guadagno. A meno che il rottamatore non lasci lo scranno in Senato.
I riflettori sono ora puntati in Parlamento dove inizia la partita. La proposta di legge, ribattezzata anti-Renzi, è incardinata nella commissione Affari costituzionali della Camera. La parlamentare di Forza Italia Debora Bergamini è la relatrice. Nella prossima settimana partirà l'esame. Il timing è strettissimo: la programmazione trimestrale dei lavori di Montecitorio fissa l'approdo in Aula per l'approvazione (o bocciatura) a inizio del mese di aprile. Conte è il primo firmatario, segnale che rimarca una battaglia fondamentale per il M5s. Il testo snello è composto da 18 articoli. Il titolo parla di «Disposizioni in materia di conflitti di interessi».
Si punta all'abrogazione totale dell'attuale normativa in materia di conflitti di interesse. La proposta contiana amplia i casi. Il cuore del provvedimento è l'articolo 15, ribattezzato comma anti-Renzi: «I membri del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati, i presidenti delle regioni e i componenti delle giunte regionali non possono accettare, durante il proprio mandato e nell'anno successivo alla cessazione dello stesso, contributi, prestazioni o altre utilità di valore complessivo superiore a 5.000 euro in ragione d'anno erogate, anche indirettamente, da Governi o da enti pubblici di Stati esteri o da persone giuridiche aventi sede in uno Stato estero non assoggettate a obblighi fiscali in Italia». Scatterebbe lo stop per i parlamentari di svolgere consulenze e lavori retribuiti all'estero. Ora il divieto riguarda solo partiti e movimenti politici. Conte allarga le maglie inserendo deputati, senatori e consiglieri regionali. Con la proposta, ai parlamentari sarebbero negate tutte le attività pagate non solo con governi o enti riconducibili a Stati stranieri ma anche con aziende e imprese con sede fiscale all'estero. A un medico-senatore sarebbe vietato di prestare servizio per una fondazione sanitaria americana o inglese.
Come si muoverà Carlo Calenda? Il leader di Azione non più tardi di due settimane fa su Twitter tuonava: «É tempo di approvare una legge sul conflitto d'interesse».
I suoi si sono astenuti in passato, condividendo l'impianto della legge. Ora proveranno a salvare Renzi? Stesso nodo va sciolto in casa Pd. In commissione Affari costituzionali siede la segretaria Elly Schlein. Si allineerà alla norma anti-Renzi voluta da Conte?
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