La coperta di Linus secondo Michael Kors

Cashmere, revers e lusso color zucca per i morbidi cappotti-plaid e le ampie cappe

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New York La coperta come simbolo di protezione e intimità, mai troppo corta ma nemmeno soffocante perché ha la stessa funzione salvifica di quella di Linus. Michael Kors trasforma questo oggetto quotidiano nella bellissima collezione del prossimo inverno in passerella ieri mattina a New York e finalmente in questa desolante tornata di sfilate per il prossimo inverno si riporta la moda al centro del dibattito socio culturale contemporaneo. «Stiamo tutti cercando privacy e sicurezza esordisce lo stilista - il vero lusso è quando non suona il telefono e ti puoi rilassare. Così ho costruito dei modelli che ti fanno sentire comodo, sicuro e rilassato come se ti avvolgessi nella coperta più bella ed elegante che ci sia».

Lo show comincia infatti con raffinato cappotto-plaid in tutti i toni del grigio seguito da un capo che può essere usato come abito-cappa in una città dagli inverni rigidi come New York oppure cappotto-cappa in quelle dal clima più temperato. La particolarità sta nei revers a lancia che diventano cintura e definiscono la linea del modello. Su un semplicissimo abito-pullover in cashmere color zucca compare una mantella beige con un motivo grafico arancio e nero sul fondo. È la riedizione di un capo che Kors fece indossare a Naomi Campbell nel 1999 per un bellissimo servizio fotografico. «Ho trovato le immagini ma non la cappa: purtroppo all'epoca non pensavamo all'archivio» spiega raccontando poi che nel 2021 festeggerà 40 anni di sfilate e in tutto questo tempo non ha mai cambiato idea sulla sua moda: cose pratiche e chic che durano una vita perché sono fatte benissimo nei migliori materiali che ci siano.

Questi ultimi stavolta sono anche pensati in senso ecologico per cui il grande pelliccione stile Carrie Bradshaw nelle prime puntate di Sex & The City è in pelo «vegano», mentre le paillette che ricoprono interamente due stupende gonne da giorno e gli avvolgenti abiti da sera neri, sono in plastica riciclata. Le borse lasciano sempre libere le mani, scarpe e stivali sono rasoterra oppure con tacchi portabili, la palette dei colori è pensata per chi ha troppo da fare per mettere insieme una marea di tinte contrastanti. Il tutto senza noia e con una bellissima colonna sonora suonata dal vivo da Orville Peck, un artista che si esibisce sempre con il volto coperto da una maschera. Da Coach si esibisce a sorpresa una vecchia gloria del rock come Debbie Harry dei Blondie insieme con una band tutta al femminile. La collezione è come sempre piena di capi in pelle ben fatti, di belle borsette e di caldissimi montoni. Le scarpe che di solito sono un must del brand, stavolta sono semplic sneaker con il classico calzino mozza-gamba. Stuart Vevers dichiara di aver pensato a come si vestono i giovani in giro per New York e questo è il vero problema: uno stilista di talento come lui dovrebbe prendersi la briga di educare le nuove generazioni al bello. Lo fanno senza alcun dubbio le sorelle Ashley e Mary Kate Olsen che insieme firmano The Row, marchio di culto modaiolo che ha festeggiato 10 anni di sfilate newyorkesi con una gran bella collezione piena di capi oversize eppure donanti. Non male anche la seconda prova di Wes Gordon per Carolina Herrera, un po' troppo stile Valentino, ma è sempre stato così, fin da quando a disegnare i rispettivi marchi erano i due fondatori. Da Rodarte il tema è la moglie del vampiro con una marea di citazioni dal film Dracula di Bram Stocker girato da Coppola nel 1992 in poi.

I giochi si sono chiusi ieri sera con lo show di Marc Jacobs che ancora si ostina a sfilare mentre la stampa internazionale si sta precipitando all'aereoporto.

Invece il console generale d'Italia Francesco Genualdi e Antonino Laspina direttore esecutivio della rete Ice Usa hanno avuto il buon senso di offrire un cocktail al consolato l'altra serra per festeggiare il successo delle 60 aziende italiane alla fiera Coterie. «Questo è un momento cruciale per i nostri prodotti: potremmo riprenderci gli spazi produttivi che stanno perdendo i cinesi» spiega Paola Guida, responsabile moda e bellezza all'Ice di New York. Ben detto e ben fatto.

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