Coulibaly comprò armi con un mutuo Da Parigi portaerei nucleare contro Isis

Coulibaly comprò armi con un mutuo Da Parigi portaerei nucleare contro Isis

Forse era più semplice tener parcheggiata un'autovettura della polizia sotto la sede di Charlie Hebdo prima dell'attentato. A tempo debito, però, nessuno deve averglielo suggerito e così il presidente Francois Hollande rimedia ora spedendo la portaerei nucleare Charles De Gaulle e la sua flotta nel Golfo Persico. La mossa - giustificata con la necessità d'intensificare le operazioni contro lo «Stato Islamico» in Iraq - equivale a combattere le zanzare con la bomba atomica, ma in politica tutto fa brodo. Anche mezzi e obbiettivi apparentemente impropri. A rivendicare la strage di Parigi ci hanno pensato, tra l'altro, non i tagliagole del Califfato, bensì i rivali di «Al Qaida nella Penisola Araba». In un video diffuso ieri, a una settimana esatta dagli attentati di Parigi, Nasser Bin Ali al-Ansi comandante militare della cellula yemenita spiega che «i vertici di Al Qaeda nella Penisola Arabica hanno scelto l'obiettivo, organizzato e finanziato il piano, seguendo gli ordini del generale Ayman al Zawahiri».

I fratelli Kouachi, Amedy Coulibaly e un quarto complice identificato grazie alle chiavi di una moto, ma già in fuga verso la Siria, sarebbero insomma solo gli esecutori materiali dell'attentato. Secondo una ricostruzione dell'intelligence americana diffusa dalla Cnn Cherif Kouachi, il maggiore dei due fratelli autori della strage a Charlie Hebdo, rientrò dallo Yemen nel 2011 con 20mila dollari in contanti. Il finanziamento, autorizzato dal numero uno di Al Qaida Ayman Al Zawahiri, nascosto presumibilmente in territorio pakistano, sarebbe stato demandato ad Al Qaida nella Penisola Arabica (Aqap) che avrebbe girato il contante a Cherif ordinandogli l'attacco al giornale satirico francese. Anche qui però qualcosa non quadra. Un trafficante del sottobosco malavitoso di Bruxelles si è costituito alla polizia belga confessando di esser stato lui a vendere a Coulibaly per 5000 euro l'intero arsenale (due kalashnikov, una pistola Tokarev, un lanciagranate e una mitraglietta Skorpion e qualche migliaio di munizioni) usato nel corso degli attentati. Quei cinquemila euro non sarebbero, però, saltati fuori dalle tasche di Cherif Kouachi, bensì dal conto corrente di Amedy Coulibaly. Il tutto grazie ad un banale prestito per complessivi 6mila euro concessogli il 4 dicembre scorso dalla finanziaria francese Cofidis. Un prestito ottenuto, come hanno scoperto gli inquirenti, presentando una falsa dichiarazione dei redditi da 33mila euro annui.

A rendere il tutto più confuso c'è da aggiungere che Coulibaly, pur riconoscendo nei suoi video di rivendicazione, il rapporto di complicità con i due Kouachi si è sempre qualificato come un militante dello Stato Islamico.

Sul terreno le ragioni di opportunità operativa si rivelerebbero dunque ben più forti delle divisioni ideologiche fra varie formazioni e garantirebbero l'intercambiabilità di uomini e mezzi. Un fattore che rischia di complicare le indagini e rendere più complessa la prevenzione di nuovi attentati.

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