Fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria Silvio Berlusconi, pur specificando numerose volte di non avere intenzione di entrare nella maggioranza giallorossa, ha più volte offerto la sua leale collaborazione all’esecutivo, che si è trovato ad affrontare una inaspettata e drammatica crisi economica, per il solo bene dell’Italia.
Ma questa disponibilità ad aiutare il governo non esenta il leader di Forza Italia dal manifestare critiche, anche forti, all’azione dell’esecutivo. "Sono molto preoccupato per il mio Paese. Come partito politico dall'inizio della pandemia abbiamo fatto quello che farebbe in ogni Paese un'opposizione responsabile: mettere da parte i temi di polemica politica e rendersi disponibile a lavorare con il governo per far fronte all'emergenza. Questo, naturalmente, rimanendo opposizione con assoluta chiarezza", ha dichiarato Berlusconi in una intervista rilasciata al settimanale francese 'L'Express'. L’ex premier, però, ha sottolineato che il governo "non ha ritenuto di cogliere questo atteggiamento responsabile dell'opposizione, se non con qualche frase di circostanza e qualche consultazione formale".
Il leader azzurro ha lanciato un affondo contro l’esecutivo colpevole di aver affrontato la crisi "con grande ritardo, adottando misure stataliste e dirigiste, distribuendo mance elettorali piuttosto che una vera strategia per il rilancio".
Secondo Berlusconi, le difficoltà con l'Europa sono probabilmente anche conseguenza di questo. "Purtroppo non è da oggi che l'Italia è il fanalino di coda dell'Europa in quanto a crescita - ha continuato -. Questa è la conseguenza di anni di politiche economiche sbagliate, fatte di spesa pubblica improduttiva, di mancanza di investimenti e soprattutto di una pressione fiscale opprimente che allontana gli investimenti e soffoca l'impresa”. Il Cavalieri, poi, ha indicato la sua ricetta per far uscire il nostro Paese da una crisi che, girono dopo giorno, si fa sempre più pesante. Per Berlusconi, infatti, l’Italia ha bisogno di "uno shock fiscale per ripartire, di un grande piano di infrastrutture, di tagli alla burocrazia e revisione delle norme, di certezza del diritto". L’ex premier ha sottolineato che "l'Italia è un Paese dalle straordinarie potenzialità, gli imprenditori italiani sono nel complesso bravissimi per creatività, qualità, versatilità. Ma è il sistema paese che non funziona e li penalizza".
Il leader di Fi garantisce di avere in mente un governo di centrodestra. Ma, ha puntualizzato Berlusconi,"un centrodestra che per vincere, per governare, per essere credibile nel mondo deve avere un profilo liberale, cristiano, garantista, europeista. Quello che solo Forza Italia, rappresentante italiano del Ppe, può rappresentare nella politica del mio Paese". Per questo, rimarca l’ex premier, "il nostro ruolo è essenziale, non solo per una questione numerica".
Ma Berlusconi si spinge anche oltre ammettendo che bisogna fare chiarezza sul termine "sovranismo". "Se per sovranismo- ha affermato- lei intende orgoglio della nostra identità europea e occidentale, della nostra storia, del nostro stile di vita, della nostra società libera e aperta, se intende determinazione a difendere tutto questo contro i nemici vecchi e nuovi, allora posso dire che il primo sovranista sono io. Su questo non è difficile trovare un'intesa, da liberali, con i nostri alleati". Discorso diverso se il sovranismo si carica di altri significati.
Berlusconi ha spiegato che "come accade in alcuni Paesi, la "flamme si noire" che corrode l'Europa da dentro, prendo a prestito l'espressione del vostro grande Racine, se è una riedizione del nazionalismo che ha fatto tanti danni all'Europa nel XX secolo e che nel XXI non possiamo certo più permetterci, allora non ci riguarderebbe, naturalmente". Ma proprio Fi rappresenta la garanzia che il centrodestra"non avrà mai una deriva di questo tipo, come del resto non è mai accaduto quando abbiamo governato. Abbiamo sempre difeso l'interesse nazionale nel quadro della nostra vocazione europea e occidentale".
Eppure Berlusconi va controcorrente affermando che non darà mai dare un valore negativo ad un concetto che esalta il ruolo del popolo. "La sovranità popolare è alla base della democrazia- ha ricordato il Cavaliere.- In effetti io sono sceso in campo nel 1994 proprio per riportare al popolo quella sovranità che il sistema dei partiti della prima repubblica aveva finito con l'espropriare. Questa, al di là della manovra politica-giudiziaria che viene chiamata 'mani pulite’, fu la vera causa del crollo della Prima Repubblica. Io ho riportato la politica alla gente, a cominciare dal linguaggio. Ho sempre combattuto quello che all'epoca battezzai 'teatrino della politica’: i politici che parlavano solo a sé stessi e ai loro colleghi".
L’ex premier ha illustrato quali siano le differenze tra la sua figura e quella della classe poltica attuale: "Io ho vinto usando il linguaggio della chiarezza e dell'onestà: ma non ho mai usato questi strumenti per creare tensioni sociali, per coltivare la rabbia giustizialista, per suscitare invidia o voglia di rivalsa come fanno per esempio i Cinquestelle. Ho sempre proposto un messaggio costruttivo, sereno, positivo, responsabile. Questa è la grande differenza fra me e coloro che vengono definiti populisti".
Il leader azzurro ammette che sulla Ue Fi ha una sensibilità europeista diversa e più forte di quella dei suoi alleati ma ci tiene a sottolineare che le posizioni di Lega e di Fratelli d'Italia non sono paragonabili a quella, ad esempio, del Front National in Francia. "Abbiamo governato insieme per molti anni, e sull'Europa non abbiamo mai avuto problemi- ha ricordato Berlusconi-. Del resto la Lega governa le maggiori regioni del Nord, quelle più legate all'Europa anche per ragioni economiche. Un allontanamento dall'Europa sarebbe dannoso prima di tutto per loro, per gli elettori leghisti del Nord. Matteo Salvini è un uomo concreto e queste cose le sa benissimo".
Ma che gli italiani in questi ultimi anni stiano dimostrando scetticismo verso Bruxelles è uno di quegli elementi che non si possono nascondere e sottovalutare. "È vero, la voglia d'Europa è molto calata, fra gli italiani- ha dichiarato Berlusconi-. Questo è comprensibile: dal sogno di un'Europa solidale, fondata su valori condivisi, capace di essere un soggetto protagonista del mondo si è arrivati all'odierna Europa dei burocrati. Ad un nuovo statalismo europeo. Chi non sarebbe deluso?". Nonostante tutto, il leader di Fi si chiede in che condizione sarebbe l'Italia "se non vi fosse l'Europa, a quali prezzi verrebbero piazzati i titoli del debito pubblico italiano se non li garantisse la Bce, quali strumenti di finanziamento avrebbero le nostre imprese senza il Recovery Fund, che da solo mette in campo il doppio della risorse che il governo Conte è stato in grado di stanziare sinora. Proviamo ad immaginare un'Italia abbandonata a sé stessa di fronte alla sfida cinese, alla pressione migratoria, sulla quale l'Europa deve peraltro fare molto di più, alla recessione".
Infine, il Cavaliere riserva parole di apprezzamento anche a Giorgia Meloni: "La stimo e la rispetto. Ha molta energia e determinazione.
Viene da una cultura diversa dalla nostra, da una storia che non è la nostra, ma ha abbastanza pragmatismo e sensibilità politica da non essere prigioniera del passato. E poi è molto cresciuta da quando era un giovanissimo ministro del mio governo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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