Crolla un cornicione: muore un commerciante

Non ha retto la rete metallica di un balcone Pietre e calcinacci hanno travolto il passante

Crolla un cornicione: muore un commerciante

«Il suo braccio era fratturato e gli faceva male, ma lui mi rispondeva e non pensavo potesse morire», si dispera un commerciante. «L'amore se n'è andato in cielo e non mi ha salutato», piange una donna.

Sono scene di disperazione e lacrime quelle che ieri hanno trafitto il cuore di Napoli, dove un negoziante è stato ucciso da un pezzo di cornicione, piombato giù dal quinto piano di un edificio in via Duomo. Un tragico copione che si ripete nella città partenopea, che nel luglio 2014 aveva assistito impotente alla morte di Salvatore Giordano, schiacciato a 14 anni dal peso di un fregiò, che si era staccato dalla monumentale Galleria Umberto I. «È come se avessero ucciso mio figlio una seconda volta», ha commentato il papà della giovane vittima. Invece ieri mattina a perdere la vita è stato Rosario Padolino, 66 anni, residente nel quartiere Stella. L'uomo, era titolare del negozio di abbigliamento Coriandoli, dove però non si recava spesso. Ma un beffardo destino ha deciso che morisse proprio a 200 metri dal suo esercizio commerciale, che affaccia su strada. Erano le 12 quando all'altezza del civico 228 è stato travolto da una pioggia di pietre e calcinacci, che si sono staccati da un balcone del quinto piano, bucando la rete di protezione che li teneva imprigionati. I temporali di questi mesi hanno deteriorato quella ragnatela, che non ha retto più.

Luca Rosolio, titolare di una merceria in via Duomo e un altro negoziante, Maurizio Palma, vicepresidente del comitato dei residenti di Via Duomo, sono stati i primi ad accorrere sul posto. Credevano che l'amico ce l'avrebbe fatta. «Il suo braccio era fratturato - dice il primo -. Aveva una ferita in testa, ma non era profonda ed aveva anche smesso di sanguinare prima che arrivasse l'ambulanza, aggiunge Luca. Ero accanto a lui, mi ha parlato fino alla fine». «Ho sentito un rumore, mi sono girato e ho visto Salvatore a terra, schiacciato dai massi - aggiunge Palma -. Sono scappati tutti, l'ho soccorso con Luca. Inizialmente era cosciente, poi non era più lucido». Trasportato d'urgenza al Cto, in via Colli Aminei, non ce l'ha fatta. Sul posto vigili del fuoco e carabinieri, coordinati dal pm Giorgia De Ponte e dal procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso, hanno transennato il tratto di strada interessato dal crollo.

Si sa che quella protezione, che aveva quasi 2 anni, era stata messa per la tenuta dei balconi e di altre parti dell'edificio in attesa di manutenzione, e reggeva da tempo il peso di 500 chili. La magistratura ieri ha autorizzato i lavori di messa in sicurezza della facciata dello stabile, che potrebbero terminare già domani, permettendo ai residenti, trenta nuclei familiari, di tornare nelle loro case.

Padolino, invece, che in passato aveva anche promosso iniziative di valorizzazione dell'area, in famiglia non tornerà più. «L'amore se ne è andato in cielo e non mi ha salutato. Non ci credo, sono disperata», piange la moglie Grazia Ragozzino. Ma restano solo le lacrime e tanti, troppi interogativi.

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