De Benedetti guida il fronte per un partito ecologista

II "Domani" difende i vandali del Senato e propone un nuovo soggetto dopo il flop dei Verdi di Bonelli

De Benedetti guida il fronte per un partito ecologista

Il Domani, giornale di Carlo De Benedetti, rottama Bonelli, Soumahoro e i Verdi italiani. Da giorni, dopo il blitz di Capodanno del movimento Ultima generazione con cui è stata imbrattata la facciata d'ingresso del Senato, la testata diretta da Stefano Feltri «caldeggia», a suon di articoli ed editoriali, la nascita di un nuovo ambientalismo in Italia, che possa archiviare la stagione dell'ecologismo ideologico di Pecoraro Scanio, Grazia Francescato e dei vari Fratoianni. Il sogno è un partito dei Verdi con Chiara Ferragni al timone. La realtà è un po' più triste. Il salto di qualità si è celebrato ieri a pagina 1 del giornale di De Benedetti in un commento a firma di Gianfranco Pellegrino: eccola la chiamata alle armi. «La disobbedienza (imbrattare le mura di Palazzo Madama) non basta più», scrive Pellegrino nel suo commento. Il passo successivo (e decisivo) deve essere l'ingresso nelle Istituzioni attraverso la strutturazione di un vero e proprio partito politico. Parole che mandano in pensione i Verdi di Bonelli, già spazzati via dallo scandalo delle cooperative di Soumahoro.

Per De Benedetti, che si candida ufficialmente a essere la tessera numero uno, i tempi per la nascita di un «nuovo» partito ambientalista ed ecologista in Italia, sono maturi. Il modello a cui si guarda è quello tedesco. Un partito ambientalista liberal, sganciato da vincoli ideologici che possa dialogare sia con la sinistra che con la destra. Per la leadership servirebbe una figura come Chiara Ferragni, molto quotata suoi social. Ci sarà tempo per individuarla. Intanto l'intelligentia di sinistra «molla» Bonelli e il suo partitino ambientalista. La spedizione degli attivisti di Ultima Generazione contro la facciata del Senato è stato il punto di rottura. Ora però serve creare le condizioni per liquidare Bonelli e dare la spinta al nuovo partito ecologista. Il Pd fiuta i movimenti in corso e cerca di non restarne escluso: «Detto che imbrattare l'ingresso del Senato è un atto sbagliato destinato a ottenere un effetto esattamente opposto a quello cercato, io penso che i ragazzi di Ultima Generazione sarebbe giusto incontrarli, ascoltarli, parlarci. E penso che dovremmo farlo noi» - commenta Gianni Cuperlo deputato del Partito democratico e candidato a guida della segreteria Pd. E anche il M5S cerca di stare sul pezzo: «Si può essere d'accordo o meno con i metodi usati Ultima Generazione. Si possono anche considerare criticabili, dannosi e controproducenti. Ma la democrazia, che tanto amiamo, ammette il dissenso non violento. E la politica, piuttosto che alzare le barricate, dovrebbe ascoltarne le ragioni e accoglierne le istanze. Gli attivisti e le attiviste di Ultima Generazione sollevano una questione fondamentale, la catastrofe climatica, completamente estromessa dall'agenda di Governo. Lo fanno attraverso atti simbolici, non attentati terroristici, che per qualche giorno portano il tema del clima sulle prime pagine dei giornali. Eppure noto più indignazione e alzate di scudi per alcuni ventenni che imbrattano di vernice lavabile un muro di quante ce ne siano nei confronti di evasori, corruttori e mafiosi. Come al solito, forti con i deboli» - ribadisce la deputata grillina Stefania Ascari. Intanto Palazzo Madama è stato ripulito a tempo di record.

Mentre il 10 gennaio è in programma un nuovo blitz del movimento Ultima Generazione davanti l'ingresso del Tribunale di Milano per protestare contro le decisioni assunte dai giudici nei confronti del militante Simone Ficicchia, sottoposto alla sorveglianza speciale dopo l'azione dimostrativa.

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