Probabile carenza di dosi dei vaccini mRna; difficoltà per la riprogrammazione di circa un milione di appuntamenti; diffidenza da parte dei cittadini disorientati. L'ultimo cambio di rotta per le somministrazioni di Astrazeneca e l'introduzione della vaccinazione eterologa rappresentano pesanti ostacoli lungo il percorso di immunizzazione della popolazione. Tutte le regioni, tranne la Campania di Vincenzo De Luca, hanno espresso la volontà di seguire le indicazioni perentorie del ministero della Salute ma con molti distinguo conseguenti anche ad una obiettiva difficoltà di riprogrammazione. Già da un paio di giorni in molti hub i tempi di attesa si stanno allungando, in altri le persone vengono rimandate indietro: l'ingranaggio che aveva finalmente cominciato a girare velocemente ora di nuovo rischia di incepparsi. A segnalare apertamente questi timori al commissario per l'emergenza, Francesco Paolo Figliuolo, è il presidente del Piemonte, Alberto Cirio: «ci siamo confrontati con il generale Figliuolo per chiedere che nella distribuzione alle regioni delle dosi di Pfizer e Moderna si tenga conto del numero di richiami di AstraZeneca che devono essere riprogrammati» e sono più numerosi, precisa Cirio, «nelle regioni come la nostra che sono partite prima in modo virtuoso a vaccinare e che adesso è giusto non vengano proprio per questo penalizzate».
Non solo: è un fatto che gli studi sulla vaccinazione eterologa anche se hanno dato esiti positivi sono decisamente scarsi. Lo sottolinea anche il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta che parla di «vaccinazione creativa» visto che non esiste ancora «alcuno studio controllato e randomizzato».
Non stupisce che ieri l'Ema, l'Agenzia del rfarmaco europea, abbia sentito la necessità di emanare una nota ufficiale per ribadire che per AstraZeneca «il rapporto rischi/benefici è positivo e il vaccino rimane autorizzato in tutte le popolazioni».
L'unico che ha già annunciato esplicitamente di non voler seguire le indicazioni del governo è De Luca perché è compromesso «il rapporto di fiducia verso lo Stato» e per il momento si bloccano le prime dosi con tutti i vaccini a vettore virale. Contemporaneamente già ieri tre hub a Napoli hanno chiuso per «esaurimento dosi Pfizer». La Lombardia si adegua ma il governatore, Attilio Fontana, sottolinea la necessità di «rivedere tutta la programmazione, perchè le dosi destinate al richiamo Pfizer erano destinate solo a chi aveva fatto la prima dose Pfizer». Anche il governatore del Veneto, Luca Zaia, conferma che ha già preso il via la vaccinazione eterologa per gli under 60 e che i rifiuti sono pochi. Zaia è tranquillo perché, spiega, nella sua regione le prime dosi con Astrazeneca sono state somministrate a 36mila persone sulla base delle indicazioni per categorie. Qui non ci sono stati open day aperti a tutte le fasce d'età come in altre regioni. Tra regioni infatti ci sono enormi differenze rispetto alla quantità di prime dosi con Astrazeneca somministrate a persone con meno di 60 anni. Il Lazio ad esempio dovrà sostituire oltre 40mila prenotazioni. La scelta è stata quella di destinare subito i vaccini mRna alle seconde dosi con il risultato di rallentare le prime somministrazioni.
Il piano del Lazio quindi slitta: le prime dosi dovevano chiudersi a fine giugno ma invece ci vorranno almeno una ventina di giorni in più. Anche in Sardegna ci sono da fare 118mila richiami eterologhi.Critico il governatore della Sicilia, Nello Musumeci: «Seguiremo le indicazioni di Roma, ma è fondamentale che ci sia chiarezza nella comunicazione».
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