La situazione italiana “non è drammatica, è tragica”. È questo il “twit” di Ciriaco De Mita che, ospite del salotto Rai di Fabio Fazio, analizza il dopovoto.
“Io faccio politica da quando ho cominciato a capire”, ha esordito l’ex presidente del Consiglio parlando dell’esperienza da sindaco di Nusco. Ma lo stallo parlamentare maturato dopo il 4 marzo è palese, anche per un personaggio del suo calibro: “Per la prima volta in vita mia non riescono a capire le cose che accadono. Può accadere di tutto: le forze politiche che hanno vinto hanno opinioni contrastanti. Il governo si fa se c’è una maggioranza che gli dà fiducia. Non credo che il Capo dello Stato possa dare incarico a chi non ce l’ha”. E poi: “Guardando l’esistente credo che la soluzione sia difficile perché le posizioni politiche sono in contrapposizione. Trovarla non è impossibile ma complicato”.
Addossare troppe colpe al Rosatellum, per De Mita, è però sbagliato: “Caricare di responsabilità la legge elettorale è come pensare che cambiando vestito si prenda il raffreddore. Non è così. La cosa vera è che da tempo abbiamo abbandonato l’analisi dei problemi, ingigantito l’illusione della promessa semplice e ci meravigliamo che questo circuito sia esploso”.
C’è spazio per le battute sferzanti che De Mita utilizza per fare il punto della situazione politica. Tipo quando commenta la similitudine tra il leader Cinque Stelle Luigi Di Maio e il giovane Giulio Andreotti tracciata da Bruno Vespa: “Non ha la gobba”. Bissata dalla domanda sui ministri dell'eventuale governo grillino provenienti dal campus di Vincenzo Scotti: "E ha detto tutto. Lo chiamavano Tarzan nella Democrazia Cristiana. Perché era un tipo movimentoso".
Sul centrodestra e sul sorpasso della Lega ai danni di Forza Italia, rimprovera a Berlusconi una certa superficialità: “Berlusconi pensava di esser leader perché è il più vecchio, però ha messo la condizione che era leader chi pigliava più voti. Siccome nelle combinazioni passate aveva lui la maggioranza, ha ignorato che con l’età le forze si perdono”.
La pesante reprimenda al Pd: “Ho seguito la nascita e l’avvento del Pd e fui tra quelli che posero la questione: un partito nasce con un pensiero, senza pensiero non c’è partito. Siccome c’erano pensieri diversi, credo che ritennero utile non pensare".
E infine un ricordo “sovietico” di Gorbaciov.
Il leader del Pcus, dopo aver ascoltato la moglie infervorarsi sul marxismo, disse a De Mita: “Sa, lei è filosofa, ma l’uomo senza spiritualità che cos’è?”. Prima della sentenza. Dovesse comprimere il suo pensiero nei pochi caratteri di Twitter, De Mita scriverebbe: "La situazione non è drammatica, è tragica".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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