È la manovra dei bonus e anche quella dell'aspettiamo il Recovery fund. Perché per quanto il bilancio 2021 sposti 40 miliardi di euro e pesi sui conti pubblici con un deficit di 27 miliardi, sintetizzava ieri un esponente della maggioranza, «la vera risposta alle sfide del coronavirus arriverà con i fondi europei». La sensazione, insomma, è che il governo si sia concesso un ultimo giro nella vecchia giostra delle leggi finanziarie, in attesa dei soldi spesi bene e in tempo. Quelli del Next generation Eu, per l'appunto.
Le misure più attese sono quelle che riguardano il lavoro. Valore complessivo, intorno ai sette miliardi. C'è la conferma degli ammortizzatori sociali (12 settimane di cassa integrazione) e del blocco dei licenziamenti. Poi il capitolo partite Iva, con le novità maturate nelle ultime settimane, sulla scorta delle pressioni delle opposizioni. Ad esempio lo stop ai contributi previdenziali per gli autonomi che abbiano registrato una perdita di fatturato di almeno i due terzi rispetto a quello del 2019.
Da una proposta dalle origini complesse, dal Cnel (organo che il referendum costituzionale di Matteo Renzi puntava ad abrogare), a emendamenti bipartisan promossi anche da Italia viva e Forza Italia, è spuntata la cassa integrazione per le partite Iva iscritte alla gestione separata Inps. Andrà da un minimo di 250 euro a un massimo di 800, avrà una durata di sei mesi e sarà riservata a chi ha un reddito non superiore a 8.145 euro e ha subito perdite del 50% rispetto ai tre anni precedenti.
Tra le altre misure rilevanti, l'estensione del bonus al 110% per le ristrutturazioni fino al giugno 2022.
Poi i 3,7 miliardi per la scuola, in gran parte destinati a un piano pluriennale di assunzioni di 25mila docenti.
Qualche misura di dettaglio sulle pensioni, con la proroga di Opzione donna, dell'Ape sociale, un allargamento della platea di imprese che possono aderire al contratto di espansione e un prolungamento dell'isopensione.
La legge di Bilancio 2021 sarà ricordata, più che per la risposta alle sfide del Covid, per i tanti bonus spuntati nel testo durante l'iter parlamentare. Nel ddl approvato definitivamente ieri dal Senato c'è quello per le auto: 2.000 euro per l'acquisto di veicoli elettrici e ibridi, aggiuntivi agli incentivi esistenti e previsti dai decreti Rilancio e Agosto, e un bonus di 1.500 euro per gli euro 6 di ultima generazione. Poi il bonus fino a mille euro per la sostituzione dei vecchi rubinetti, vasi sanitari o docce con modelli nuovi che limitano il consumo idrico. Ci sono i 50 euro sull'acquisto di lenti correttive della vista per le famiglie con Isee fino a 10mila euro. Poi il rifinanziamento delle detrazioni al 50% per l'acquisto di mobili in fase di ristrutturazione, 100 milioni per l'acquisto di nuovi televisori e lo smartphone per le famiglie a basso reddito.
Al netto delle micromisure e delle scelte dettate dall'emergenza (come la Cassa integrazione) la manovra lascia in eredità allo stesso governo Conte una serie di nodi irrisolti. Da alcune coperture, come quella micro per il cashback, alle risorse necessarie per i prossimi ristori alle aziende.
Già in programma un nuovo scostamento di bilancio che il Parlamento dovrà utilizzare.
Il governo dovrà a breve stringere sul Recovery plan, inviando a Bruxelles il piano italiano. Maggioranza permettendo. Poi alcune questioni sollevate da decisioni recenti, come la proroga degli sfratti, che sta suscitando proteste. Un inizio 2021 non facile per il governo.
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