Già vacillava quando è stato messo in piedi per contrastare la politica dei porti chiusi messa in atto da Matteo Salvini. Adesso è del tutto crollato a terra. Oggi il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, ha infatti fatto sapere al vice premier leghista di aver chiesto l'archiviazione per i fatti che gli erano contestati da un altro procuratore, quello di Argigento, Luigi Patronaggio. Al centro dell'inchiesta il pugno duro usato dal ministro dell'Interno per gestire lo strappo della nave Diciotti che, contravvenendo agli ordini del governo, aveva imbarcato immigrati clandestini al largo della Libia. "È una buona notizia per me - sorride il titolare del Viminale - i gufi dei centri sociali saranno abbacchiati".
Su Facebook Salvini, che si è sempre detto sicuro di aver operato seguendo la legge italiana, si è dimostrato felice per la decisione presa da Zuccaro. "Gioia e soddisfazione", commenta dopo aver aperto, in diretta sul social network (guarda il video), la busta gialla sigillata dalla procura di Catania che gli è arrivata in ufficio questa mattina. "Sarò assolto o indagato?", si è chiesto prima di leggere il contenuto del documento. La richiesta di archiviazione manda in soffitta tutte quelle accuse montate a regola d'arte dopo il braccio di ferro tra Salvini e una certa magistratura sulla gestione dei 177 immigrati clandestini che si trovavano sulla nave della Guardia Costiera italiana e che il capo del Viminale si è sempre rifiutato di far sbarcare in Italia. "Adesso -dice in diretta Facebook - prendo il caffè, infilo la giacca, spengo la tele, e da persona libera e non più indagata torno al mio lavoro". Resta comunque l'amaro in bocca per un'indagine andata avanti mesi. "Ma il procuratore di Agrigento perché ha indagato? - si chiede il leader leghista - quanto è costata questa inchiesta? Quante persone ha coinvolto? Quanti uomini delle forze dell'ordine sono stati allertati per un reato che non esisteva?". E invita la politica a "fare una riflessione su come funziona la giustizia in Italia".
"Pare che il ministro dell'Interno non sia un delinquente", commenta soddisfatto Salvini. Alla procura di Catania hanno smontato, una per una, le accuse che gli erano state mosse da Patronaggio che, in piena emergenza immigrazione, aveva indagato il numero uno del Viminale per il reato di sequestro aggravato e continuato di persona. "Il ritardo nel fare scendere i migranti dalla nave Diciotti ormeggiata al porto di Catania - ha spiegato Zuccaro - è giustificato dalla scelta politica, non sindacabile dal giudice penale per il principio della separazione dei poteri, di chiedere in sede europea la distribuzione dei migranti (il 24 agosto si è riunita la commissione europea a Bruxelles), in un caso in cui secondo la convenzione Sar internazionale sarebbe toccato a Malta indicare il porto sicuro". Quello di oggi è solo il primo passo verso l'archiviazione. "Spero che sarà accolta questa richiesta motivata", chiosa il leader del Carroccio. Ora il tribunale dei ministri avrà novanta giorni per decidere.
In realtà, i giudici di Palermo avevano già scagionato il vice premier perché nel gestire il caso della Diciotti aveva "tutelato l'interesse nazionale". Con la decisione della procura di Catania si chiuderà definitivamente il cerchio e dei teoremi montati ad arte da Patronaggio rimarrà solo una lontana eco.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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