Milano - Diciamo la verità. A volte il sospetto affiora. Se Noè non avesse costruito l'Arca, se non gli fosse stato chiesto tanto solennemente di salvare gli animali, nemmeno noi uomini saremmo qui. Insomma, secondo una prospettiva divina, è più facile che noi viviamo sulla terra grazie agli animali, piuttosto che il contrario. Per questo, non solo dobbiamo amare questi nostri compagni di vita e rispettarli, ma ringraziarli, perché il loro buon cuore ci ha salvati, nonostante i nostri cattivi pensieri.
È questa la prospettiva che si assapora leggendo il nuovo libro di Michela Vittoria Brambilla, «Dalla parte degli Animali», Mondadori, 17 euro e 50, presentato ieri a Milano al Megastore Mondadori dall'autrice insieme a Claudio Brachino. Si evince dal volume la complessità di una pittura bucolica: gli animali sono i protagonisti di quella grande vita che noi chiamiamo natura, della quale l'uomo non è centro, ma cornice, e si arriva a una conclusione: non può esserci un nuovo umanesimo se non c'è un nuovo animalismo. Nel libro, che riprende le storie sbocciate dall'omonimo programma televisivo «Dalla parte degli Animali», la voce narrante è quella della cagnolina Stasy, del cane Ozzy e i suoi fratelli, di Lenny/Bastian, il setter che amava le papere: in ogni capitolo sono gli animali stessi a narrare la loro vicenda, attraverso la quale diventano «simboli» al centro del bene e del male, che si scontrano in una lotta sempre scatenata dall'uomo. Sono episodi in cui gli animali vengono abbandonati, seviziati, lasciati andare perché il loro vecchio padrone è morto, imprese in cui devono combattere «contro l'indifferenza e la crudeltà che sembrano a volte divorare il mondo».
Ma se nell'uomo c'è Caino, c'è anche Abele, quella parte benedetta del nostro istinto primordiale che ci spinge a sentire in un gatto, un cane, un coniglio, un cavallo non un oggetto da straziare, mangiandolo anche, ma un amico da prendere per condividere con lui il senso della parola «casa». Facciamo del mondo la nostra casa: nostra nel senso dell'uomo e degli animali, questo il messaggio di Michela Vittoria Brambilla e del suo volume, introdotto da una frase di Madre Teresa di Calcutta: «Gli animali sono indifesi contro il potere dell'uomo con le armi».
Essi guardano verso l'uomo «con la speranza piantata nel cuore come un fiorellino azzurro» dice Lenny/Bastian il setter, un altro simbolo, che potrebbe essere appuntato al Movimento animalista, che ha visto la luce il 20 maggio di quest'anno, ed è il protagonista dell'ultimo capitolo del libro. La natura, animali, piante, alberi e uccelli, è una preghiera di protezione, e in quanto preghiera il sussurro più intenso che l'uomo possa percepire su questa splendida terra per trasformarlo in azione.
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