
È una Pasquetta triste per i cattolici. La Chiesa si è svegliata con la notizia della morte di Papa Francesco e piazza San Pietro, già gremita di turisti e pellegrini venuti da tutto il mondo per trascorrere le festività pasquali a Roma, si riempie di fedeli.
Il sole splende su una folla indistinta di persone che desiderano dare il loro ultimo saluto al Papa. Tra i giovani che si dilettano sorridenti a farsi selfie con lo sfondo della Basilica spiccano decine di suore, preti e seminaristi che pian piano accorrono per dare il loro ultimo saluto al pontefice. «Sono venuto qui appena ho saputo la notizia perché, per me, è morto un padre. Papa Francesco era il papà dei cristiani di tutto il mondo», dice Pierre, un giovane seminarista francese. Tra i fedeli prevale lo sconforto e l'incredulità. Un uomo legge il breviario appoggiato alle transenne che separano la piazza, mentre alcune suore originarie dell'Est Europa hanno il capo chino rivolto verso i loro smartphone che usano per recitare le loro preghiere.
«Oggi è una giornata molto triste», dice una signora ancora sconvolta dalla notizia. «Non ce l'aspettavamo, anche se sapevamo che stava male», gli fa eco suo marito. «Si vedeva che era molto affaticato durante la benedizione Urbi et Orbi di domenica, ma non pensavamo che morisse così all'improvviso», commenta Gianni, un giovane di 20 anni che opera in piazza come volontario del Giubileo dal 24 dicembre scorso. «Ora sembra che non ci siano ancora molti fedeli forse perché è Pasquetta, ma prevedo che già nelle prossime ore e nei prossimi giorni ci saranno molte veglie di preghiera», profetizza il ragazzo. Un uomo di 40 anni fissa la facciata della Basilica e con aria triste ricorda: «Io ero presente in piazza San Pietro in quel lontano 2013 quando Jorge Bergoglio fu eletto. Pioveva e provai una grande emozione quando disse che si sarebbe chiamato Francesco, proprio come San Francesco d'Assisi». E aggiunge: «Anch'io mi chiamo Francesco e, per me, oggi è un giorno molto triste».
A mezzogiorno le campane risuonano a morto e la piazza brulicante di gente che va e che viene sembra fermarsi all'improvviso. Una giovane adolescente si dice molto dispiaciuta per la perdita di Papa Francesco che «è morto proprio il giorno dell'angelo del Signore». Angela, una turista tedesca di mezza età, invece, è preoccupata di non poter partecipare al funerale di Papa Francesco in quanto le tempistiche non sono ancora state comunicate e lei tra qualche giorno dovrà ritornare in Germania. «La domenica di Pasqua ero in piazza e Francesco mi è passato accanto con la papamobile per ben due volte», racconta ancora visibilmente emozionata. «È davvero incredibile che sia morto», dice. La donna lascia intravedere una certa preferenza per il papa argentino piuttosto che per il suo connazionale Benedetto XVI: «Ratzinger era più riservato e aveva l'aria più da intellettuale, mentre Bergoglio mi piaceva di più perché amava molto stare a contatto con la gente».
Un aspetto del carattere di Francesco che viene messo in evidenza anche da padre Juan, un prete cileno che si trova in piazza in attesa del rosario che precede il rito della constatazione della morte e la deposizione nella bara. «È significativo che Papa Francesco sia stato insieme alla gente fino all'ultimo giorno della sua vita, proprio come un vero pastore di anime», osserva il prete. Che aggiunge: «Io l'ho visto anche nel suo ultimo giorno di ricovero al Gemelli e già allora si vedeva che era positivo, grintoso, coraggioso e desideroso di stare tra la gente».
E ora? «Ora la Chiesa è riunita in preghiera e succederà quel che la provvidenza vorrà», conclude il prete cileno che non nasconde di nutrire la speranza di avere un secondo papa sudamericano. Lo smarrimento è grande tra i cattolici che ora aspettano con ansia il prossimo conclave. «Quando sarà?», si chiedono.
«Forse tra una quindicina di giorni, di sicuro prima di maggio non avremo il nuovo papa», calcola un ragazzo. «Chi sarà? Non lo so, ma sicuramente i cardinali faranno la volontà del Signore», commenta ecumenicamente un giovane prete.
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