Giù le tasse. La «rivoluzione» di Giorgia sta tutta qui, in queste tre parole. «È la svolta necessaria per il Paese. Alleggerire il carico che grava su famiglie e imprese farà da volano per il rilancio dell'economia e attrarrà gli investitori esteri», ecco in sintesi la ricetta tributaria sfornata dalla premier. E su il ponte sullo Stretto: tempi rapidi, il governo vuole «avviare i lavori» addirittura entro l'estate. «Lo avevamo promesso - scrive su Instagram Silvio Berlusconi - è l'idea del futuro che abbiamo sempre avuto. Finalmente si riparte, il progetto finale a luglio 2024». E ancora, il nuovo dipartimento del Mef che, come spiega Giancarlo Giorgetti, servirà a contenere la spesa pubblica, l'autonomia regionale differenziata, il museo della Shoah.
A Palazzo Chigi un lungo Cdm si conclude con il voto unanime su una serie di provvedimenti di peso. Le tasse, innanzitutto, sono un segnale politico forte. Via dunque alla semplificazione dell'Irpef, la madre di tutti i balzelli, che passa da quattro a tre aliquote, via alla riduzione dell'Ires per chi investe e assume, al taglio dell'Irap, alla razionalizzazione dell'Iva, a nuove regole di accertamento, alle depenalizzazioni, a una «vera» lotta all'evasione. Poi, nell'arco della legislatura, flat tax per tutti. Basta insomma con il solito Fisco nemico, dice la premier, «vogliamo un nuovo rapporto di collaborazione e non di vessazione». Adesso i problemi sono i tempi e la tenuta della maggioranza quando verranno affrontati i dettagli. E, roba non da poco, le coperture finanziarie.
Intanto con la legge delega secondo la Meloni il primo passo è compiuto. «Dopo mezzo secolo dall'ultima riforma complessiva che risale agli anni Settanta - sostiene - ora si può rivoluzionare in modo strutturale il sistema fiscale italiano». Il governo, aggiunge Giorgia, punta «a favorire lavoro dipendente, famiglie, giovani, donne, ridurre la pressione sulle aziende, aumentare l'occupazione e gli investimenti». In questo quadro «perseguiremo con forza l'evasione, incentivando l'adempimento spontaneo dei contribuenti». Gli strumenti per recuperare chi oggi non paga le tasse, spiegano al ministero dell'Economia, sono «il concordato preventivo biennale e il rafforzamento dell'adempimento collaborativo». Tra le novità l'alleggerimento delle sanzioni penali e alcuni premi per i virtuosi. Confindustria e commercianti sono già d'accordo. Nei prossimi giorni ricomincerà il confronto con i sindacati, che lo sono molto di meno. Poi un lungo iter parlamentare: si prevedono almeno due anni.
Il Ponte è il secondo piatto forte della sera: si riparte dal progetto del 2011, che verrà adeguato alle nuove norme ambientali e di sicurezza. Per Matteo Salvini, che si è fatto fotografare con il plastico, «si tratta di una giornata storica per l'Italia intera: dopo cinquant'anni di chiacchiere, si unisce l'isola al resto d'Europa». Il Cavaliere ricorda come fosse in agenda già nel 1994. «Con il mio governo il progetto era pronto, un'opera strategica che si sarebbe realizzata se la sinistra non fosse intervenuta con la politica del no. Stavolta non ci bloccheranno. Il nuovo collegamento metterà le ali all'economia siciliana e garantirà lavoro a più di centomila persone. La Sicilia diventerà una base logistica per i trasporti internazionali». D'accordo pure il Terzo Polo. «È arrivato il momento di costruire il grande ponte sul Mediterraneo - dice Raffaella Paita, capogruppo Azione-Italia Viva al Senato - Collegare i territori significa aumentare diritti e democrazia. Adesso si scelgano procedure speciali come per Genova».
Disco verde pure all'autonomia differenziata. Dopo l'ok della Conferenza Stato-Regioni, il testo ora passerà all'esame delle Camere. Soddisfatto il ministro Roberto Calderoli.
«Siamo apertissimi alla collaborazione con tutti, infatti abbiamo raccolto alcune proposte degli enti locali. L'Italia ha una storica occasione di rinnovamento strutturale». Infine, il nuovo dipartimento del Mef. «È in linea con le indicazioni Ue - spiega Giorgetti - e sarà utile per la spending review».
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