Draghi chiede la redistribuzione

Oggi il premier al Consiglio Ue per trovare un nuovo accordo

Draghi chiede la redistribuzione

Il premier Mario Draghi vola a Bruxelles per affrontare, nella due giorni (oggi e domani) del Consiglio europeo, il dossier immigrazione. Un primo punto a favore Draghi l'ha già portato a casa, ottenendo che la questione della ricollocazione dei migranti fosse portata all'attenzione del summit in presenza dei 27 capi di Stato. Draghi punta ora a giocare (e vincere) una doppia partita. Ma è quasi un uno contro tutti.

La prima è sul terreno europeo: ottenere rapidamente la riattivazione della redistribuzione dei migranti che sbarcano sulle coste italiane. Un meccanismo allentato negli ultimi mesi. La seconda è sul piano interno: intestarsi la battaglia sulla immigrazione per strappare alla destra, Lega e Fratelli d'Italia, un'arma contro l'esecutivo. Ancora una volta Draghi farà valere tutto il peso della sua credibilità internazionale per spingere i capi di Stato a convergere sulla ricetta italiana per risolvere l'emergenza sbarchi. Sono ore di trattative: Draghi giocherà di sponda con la Spagna al Consiglio europeo di oggi. La Germania della cancelleria Markel mette già il bastone tra le ruota al piano Draghi. Mentre la Francia si mostra più possibilista sull'ipotesi di accogliere una quota di migranti che arrivano in Italia. Il presidente del Consiglio insisterà su tre punti: il primo è la redistribuzione, il secondo è un intervento economico che devono fare i Paesi ma anche l'Ue nel suo complesso, il terzo è la collaborazione bilaterale e multilaterale con i Paesi di partenza senza dimenticare il ruolo dell'Onu. La partita più complicata si giocare sulla redistribuzione. Per ora solo i governi di Francia e Irlanda sembrano essere d'accordo sulla necessità di riattivare il meccanismo della ricollocazione sancito con l'accordo di Malta: quell'accordo prevedeva la redistribuzione automatica entro quattro settimane dei migranti arrivati in Italia e Malta, alleggerendo il peso dei Paesi di primo approdo, anche se non è mai entrato davvero a regime.

Draghi avrà un alleato nel collega spagnolo Pedro Sanchez. L'asse Italia-Spagna punterà a convincere i Paesi del Nord Europa che la pressione dei migranti sulle coste dei paesi europei del Mediterraneo è questione che riguarda tutti e richiede un impegno finanziario collettivo. La pressione in Italia sta travalicando i limiti: dall'1 gennaio sulle coste italiane sono sbarcati 12.894, il triplo rispetto ai 4.184 dello stesso periodo dell'anno scorso. Il dossier immigrazione rischia di aprire un doppio fronte caldo per l'esecutivo. Da un lato, la Lega, forza di governo, che soffia sull'emergenza chiedendo la chiusura dei porti e la riattivazione dei decreti Salvini.

Dal lato dell'opposizione, Fratelli d'Italia invoca il blocco navale. Due spine nel fianco per l'esecutivo. Ecco che Draghi gioca d'anticipo con un obiettivo: rientrare a Roma martedì con un accordo in tasca per la ricollocazione dei migranti che approdano in Italia.

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