Cause ed effetti. Ma il risultato, dopo anni di peloso, ipocrita buonismo non cambia. Siamo in pericolo.
Stavolta è successo a Firenze, così come accade a Roma, Milano, Bologna e via percorrendo borghi e città del nostro ex Belpaese.
Lei, vent'anni, denuncia di essere stata violentata, indica senza dubbi il maniaco. Lui - ammesso che il racconto della presunta vittima trovi solidi riscontri - stavolta è un somalo. Il suo diritto a stare in Italia? Secondo il burocratese si tratta di profugo in possesso di regolare permesso di soggiorno in quanto titolare di protezione sussidiaria, una delle forme di permanenza sul territorio nazionale concesse per motivi umanitari. Uno dei mille modi per «occupare» sapendo che sarà difficile cacciarti. È consuetudine reiterata.
Tale foglietto «magico» continuava a permettere a Ibrahim Ali Hanad, già noto alle forze dell'ordine per rapina, lesioni, resistenza a pubblico ufficiale e reati legati agli stupefacenti, a permettergli di rimanere qui. E di delinquere.
Vent'anni, l'africano, è stato fermato l'altro ieri, dopo la denuncia della ragazza che tra l'altro, accompagnata dal fidanzato, il giorno dopo, nascondendosi il volto dietro a una sciarpa l'aveva riconosciuto tra un gruppetto di stranieri che staziona abitualmente in piazza della Indipendenza.
Raccapricciante la sequenza dell'abuso, una di quei video remake che, come accusava qualche giorno fa un sacerdote bolognese, tutti potremmo addebitare anche alle colpe, alla superficialità, dei nostri figli. La Curia lo aveva costretto l'indomani a fare retromarcia, a chiedere scusa per le sue parole, parole che tutti noi forse dovremmo pronunciare ai ragazzi. Spesso protervi, senza esperienza ma chissà perché adulti solo quando vogliono loro. «Se vai ubriaca con il marocchino, ragazza mia te la sei cercata, non provo pietà», aveva postato ardito su Facebook, don Lorenzo Guidotti. Stavolta la vittima sarebbe finita tra le mani del «predatore» per acquistare un po' di fumo. Lei ha denunciato l'accaduto ai carabinieri, dicendo di essere stata violentata intorno alle 23 in piazza della Libertà dal pusher col quale si era appartata per acquistare dell'hashish. I due si erano incontrati in piazza Indipendenza, poi, allarmati dalla presenza di una Volante della polizia - come scrive «Il Tirreno» - si erano spostati in piazza della Libertà. E qui il somalo avrebbe tentato l'approccio sessuale.
Lei sostiene di aver resistito ma lui l'avrebbe drogata costringendola ad assumere cocaina, inducendole in questo modo uno stato di alterazione a causa del quale non sarebbe più riuscita a difendersi. La mattina successiva in ospedale le prime conferme, quelle che hanno fatto scattare le procedure del codice rosa.
I medici che l'hanno visitata hanno riscontrato la presenza di escoriazioni nella zona dell'inguine, giudicate guaribili in sette giorni. Insomma almeno una mano violenta l'avrebbe «usata». Se così fosse, il «profugo» rimarrà profugo?
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