Mentre la Giunta per le elezioni del Consiglio regionale della Sardegna acquisisce gli atti sull'ordinanza-ingiunzione con cui la Corte d'Appello ha chiesto l'avvio della procedura di decadenza della presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde, spunta un video in cui l'esponente del M5s si contraddice riguardo le spese sostenute nella campagna elettorale per le regionali del febbraio scorso, tema che è proprio al centro delle accuse dei giudici sardi. Un provvedimento che potrebbe portare di nuovo al voto l'Isola, anche se in tempi non brevissimi. Ma torniamo ai filmati che stanno girando sul web. «Mi sono pagata gran parte di questa campagna», diceva Todde in un'intervista a PiazzaPulita, su La7, subito dopo la vittoria delle elezioni regionali contro il centrodestra. Mentre il 4 gennaio, a caso già scoppiato, davanti ai microfoni del Tg1 l'ex viceministra si esprimeva così: «Posso dire personalmente che siccome le mie spese sono state gestite da un comitato elettorale e io personalmente non ho sostenuto nessuna spesa sono forte di questo». Una contraddizione, per chi considerava «una grande libertà», il fatto di essersi «pagata gran parte di questa campagna elettorale». Sono queste le parole pronunciate da Todde, negli studi di La7, il 10 marzo del 2024, a poco più di dieci giorni dalla vittoria alle regionali. Dichiarazioni che sembrano proprio l'esatto contrario rispetto a quanto pronunciato quattro giorni fa, dopo la deflagrazione del caso decadenza. «Io posso dire personalmente che siccome le mie spese sono state gestite da un comitato elettorale io personalmente non ho sostenuto nessuna spesa, sono forte di questo», è la frase snocciolata dalla pentastellata davanti alle telecamere successivamente al caos che rischia di travolgere tutto il consiglio regionale della Sardegna, mandando la regione al voto anticipato a soli 10 mesi dalle elezioni che hanno visto vincitrice, di misura, l'esponente di spicco del M5s di Giuseppe Conte. Intanto, oggi è partito ufficialmente l'iter sulla decadenza, davanti alla giunta delle elezioni del consiglio regionale sardo. Come annunciato, gli atti del Collegio elettorale di garanzia della Corte d'Appello di Cagliari sono stati trasmessi all'organismo del «parlamentino» regionale che ha avviato l'istruttoria. Ma le tempistiche rischiano di allungarsi, anche se il centrodestra preme per un rapido ritorno al voto. La Giunta, infatti, avrà novanta giorni di tempo per pronunciarsi con un documento motivato e potrà anche convocare audizioni durante questo periodo di tre mesi. Poi la palla passerà all'Aula del consiglio regionale, che dovrà votare - a scrutinio segreto - sulla decadenza di Todde. Mentre Giuseppe Conte ed Elly Schlein continuano a tacere, le seconde linee giallorosse - almeno a parole - dicono di voler sostenere Todde, in quella che si annuncia come una battaglia che potrebbe protrarsi anche a lungo. «Penso che si chiarirà tutto rapidamente e, come tutto il Partito democratico, sono solidale con la presidente Todde e con tutta l'amministrazione», dice il senatore sardo del Pd Marco Meloni. Il centrodestra, invece, punta tutto sul voto anticipato.
«Fosse successo a un presidente di centrodestra già immagino cosa avrebbe detto il M5s», dice il governatore veneto Luca Zaia. «Si deve dimettere», incalza il presidente ligure Marco Bucci. «Todde attaccata dal sistema», spiega la deputata Emma Pavanelli dal M5s.
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