Ai tempi del coronavirus, il mondo si divide in due categorie: c'è chi litiga e invece chi fa. La Federal Reserve appartiene alla seconda. Non ritenendo ancora sufficiente il quantitative easing senza limiti varato di recente, né il sostanziale azzeramento dei tassi e la liquidità con cui sta costantemente inondando i mercati, la banca centrale Usa è tornata ieri in campo con un altro bazooka da 2.300 miliardi di dollari. Una montagna di quattrini che dà il senso dell'urgenza: nell'ultima settimana, le richieste di disoccupazione sono esplose a quota 6,6 milioni, e in sole tre settimane l'America ha visto andare in fumo il 10% della forza lavoro. Apocalipse now.
La necessità di una terapia d'urto ha indotto la Fed a inserire nel proprio lessico, fatto mai accaduto prima, la locuzione Main Street (l'economia reale, appunto). Non si tratta di sfumature, ma di una sorta di rivoluzione copernicana per un istituto spesso accusato di essere sensibile solo alle urgenze e agli affanni di Wall Street, comunque gratificata dalla decisione di estendere il programma di acquisti anche alle obbligazioni «spazzatura», cioè prive del bollino blu dell'investment grade. La mossa può essere un azzardo, vista la corsa alle emissioni di nuovo debito che si è scatenata a partire dal mese scorso, quando Eccles Building ha iniziato a inserire i bond societari nel proprio carniere. Ma il Main Street Lending Program prevede prestiti destinati alle imprese con un fatturato fino a 2,5 miliardi nel 2019 e 10mila dipendenti. Vale 600 miliardi, chi ne avrà bisogno potrà ottenere da un minimo di un milione fino a un massimo di 25 milioni di dollari, sapendo che il rimborso del capitale e il pagamento degli interessi saranno congelati per un anno. In pratica, si tratta di aiuti mirati soprattutto alle piccole e medie imprese, quelle più fiaccate dalla pandemia, le meno attrezzate finanziariamente a far fronte alle scadenze imposte da banche e fornitori e quelle più bisognose di liquidità. Inoltre, allo scopo di rafforzare la protezione dei salari, saranno offerti finanziamenti a termine alle società che erogano prestiti attraverso il cosiddetto Payroll Protection Program. «Il ruolo della Fed - ha spiegato il presidente Jerome Powell - è quello di fornire più sollievo e stabilità possibile durante questo periodo di attività economica limitata, e le nostre azioni oggi contribuiranno a garantire che l'eventuale ripresa sia la più vigorosa possibile».
Ma l'ultima manovra dell'istituto centrale Usa non si ferma qui.
Altri 850 miliardi serviranno per espandere tre linee di credito già esistenti, mentre per Stati e Comuni è stata aperta una linea di credito per complessivi 500 miliardi come antidoto contro i rischi di bancarotta. L'America è saltata alla gola della crisi da coronavirus.
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