E l'Italia si fa scippare pure il pesce spada

Il governo regala alla Francia buona parte dei mari più pescosi

Un peschereccio
Un peschereccio

Non è proprio un bel periodo nei rapporti tra Italia e Bruxelles. Come se non bastassero i bisticci di Renzi sul piano economico, finanziario e politico, ora ci si mette anche una grana commerciale a complicare le cose. Il Secolo XIX tira fuori questa bizzarra storia della pesca dei pesce spada che i pescatori francesi avrebbero sottratto a quelli italiani per colpa di un trattato bilaterale che il nostro governo ha firmato alla chetichella il 21 marzo 2015. Buona parte dei mari più pescosi di pesce spada sono stati sottratti ai nostri pescatori (liguri, toscani e sardi in particolare) e svenduti alla Francia. Così, senza motivo. Cosa abbia ispirato la modifica di una convenzione che risale al 1892 e formalmente mai diventata ufficiale, non è chiaro a nessuno. Nemmeno al ministero delle Politiche agricole e al suo responsabile Maurizio Martina. Certo, non è la prima volta che il governo, ovvero Renzi, prenda decisioni senza consultare i suoi ministri che peraltro non sono mai contati così poco come oggi. Ma questo caso è il più eclatante di tutti. «Cercheremo di capire cosa è successo», spiega il sottosegretario alle Politiche agricole Giuseppe Castiglione, «e poi chiederemo lumi agli Esteri». Il fatto è che anche gli Esteri non sanno un bel nulla. Il ministro Paolo Gentiloni ha chiesto una relazione visto che a Bruxelles non ha potuto occuparsi direttamente del caso. Alla preparazione dell'accordo hanno sicuramente partecipato dirigenti di entrambi i ministeri, che sicuramente hanno fatto un bel pasticcio con la lettura delle carte nautiche. Il confine, una demarcazione rappresentata da una linea retta da Mentone fino alla Corsica, disegna confini veri e propri che impongono assurde gimkane alle imbarcazioni, le quali, dovendo a calare le reti, rischiano a questo punto di rinunciare a pescare del tutto.Formalmente il trattato deve ancora essere ratificato dal Parlamento e dal Consiglio dei ministri, ma Parigi ha già proceduto con la ripartizione dei nuovi confini marittimi e a far rispettare il trattato.

Il peschereccio ligure Mina è stato sequestrato e poi dissequestrato dietro il pagamento di una cauzione di 8mila e 300 euro, in contanti, sostenendo di non poter accettare assegni da banche italiane. Mica scemi. Dopo quella del gambero rosso, ecco la guerra del pesce spada tra Italia e Francia, con l'intervento di presidenti di Regione, parlamentari ed europarlamentari. Tanto alla fine decide Renzi.

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