E Mastella fa risorgere l'Udeur

L'ex ministro: "Senza di noi il centrodestra non vince nel Mezzogiorno"

E Mastella fa risorgere l'Udeur

Roma - Mezzogiorno e Umanesimo giudiziario. Ecco le due missioni dell'Udeur 2, secondo il leader sempreverde Clemente Mastella. A Napoli, l'ex Guardasigilli del governo Prodi (prima titolare del Lavoro nel governo Berlusconi), inizia la sua nuova vita politica, l'ennesima, accanto al Cavaliere e al centrodestra (per il Pdl è già stato eurodeputato tra il 2009 e il 2014) e sigla un'intesa con l'Udc di Lorenzo Cesa.

«Riprendiamo questa storia - dice - che era stata interrotta attraverso umiliazioni e un po' di cinismo ingiusto». Spiega la scelta pro Berlusconi, «il Cavaliere oggi rappresenta una forma di equilibrio democratico nel Paese», manda un messaggio al leader della Lega, Matteo Salvini: «Io ho la mia storia, non sono un riciclato». Il resuscitato soggetto moderato e cattolico, per lui, non è la «terza, quarta o quinta gamba del centrodestra», ma una componente indispensabile. «Senza di noi - dice il settantenne capo dei Popolari per il Sud- non va da nessuna parte, non arriverà al 40% e senza non si governa. Perché al Sud non c'è la forza della Lega di Salvini, ma ci siamo noi, come dimostrato dalle regionali in Sicilia. La legge elettorale favorisce i vari Mastella e metteremo insieme le isole democristiane, per diventare un arcipelago».

Accusato da Luigi de Magistris, allora pm e oggi sindaco di Napoli, travolto dai guai giudiziari che lo portarono alle dimissioni nel 2008 e provocarono la caduta del governo Prodi, assolto 9 anni dopo in primo grado, a settembre e riabilitato, Mastella battezza l'Udeur 2 nella Sala Congressi della Stazione Marittima partenopea, sotto al simbolo del campanile, con il suo nome. Quello di un «martire della giustizia», come si è definito. Accanto ha la moglie Sandra Lonardo, anche lei coinvolta nella vicenda giudiziaria. «Lo devo spiega l'ex sindaco di Ceppaloni, ora di Benevento a tutti i militanti Udeur ostracizzati e vilipesi in questi anni. Non coltiviamo né rancori né rivincite. L'umanesimo giudiziario ed il Sud saranno priorità della nostra agenda politica, sullo sfondo dei valori di laicità democristiana».

Oltre a Cesa, in sala c'è Paolo Cirino Pomicino e Mastella critica il governo, attacca la sottosegretaria Maria Elena Boschi, che non si è dimessa per il caso di Banca Etruria e il M5S, che «non riesce a recuperare voti nell'astensionismo, come dimostrato ad Ostia». Promette una «rivoluzione copernicana», soprattutto contro i ritardi nelle sentenze.

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