Sergio Battelli, presidente della commissione Affari europei della Camera dei deputati e cane da guardia a Montecitorio del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, è felice come una Pasqua: «Vi avevo avvisato, l'uomo solo al comando non funziona nel M5s», confida nei colloqui avuti con deputati e senatori all'indomani dello show di Beppe Grillo contro Giuseppe Conte.
Davide Crippa, capogruppo dei Cinque stelle a Montecitorio, è un fiume in piena nelle chat grilline: «Avevo ragione su Rocco Casalino. Avete ascoltato il passaggio di Beppe Grillo sulla comunicazione? Il mio no al contratto dell'ex portavoce del premier non era una questione personale». È il giorno della rivincita.
Le parole di Grillo nelle due riunioni, con deputati e senatori, a Montecitorio, sono state accolte come una liberazione dal gruppo di parlamentari che in queste settimane si è mosso contro la proposta di affidare pieni poteri a Conte. Il comico genovese stoppa il piano dell'avvocato del popolo di accentrare nelle sue mani tutto il potere nel M5s. L'ex sottosegretario alla Difesa, Angelo Tofalo, escluso dal governo Draghi, esulta. «Ora sì che si apre una fase nuova per il Movimento», dice il deputato nelle conversazioni con i colleghi campani all'indomani dell'entrata a gamba tesa di Grillo. È un susseguirsi di reazioni e timori.
C'è chi nei messaggi va giù duro: «Conte è il nuovo Renzi. Arrogante, pieno di sé. Non è adatto a guidare il Movimento, si sfoga un senatore del M5s.
E poi: «Dove va Conte senza il Movimento? Senza i soldi e la struttura dei Cinque stelle». Il giorno dopo lo strappo è quasi una Caporetto per l'ex presidente del Consiglio. Certo, c'è chi insiste: «La sua popolarità è determinante per il rilancio dei Cinque stelle».
Non manca chi si interroga sul futuro: «È game over?».
Gli strascichi dello scontro arrivano fino al Campidoglio. Il sindaco uscente Virginia Raggi teme di non poter più contare sull'appoggio dell'ex premier per la campagna elettorale.
Come si muoverà l'avvocato di Volturara Appula dopo lo schiaffone di Grillo? Molla? Rilancia? C'è chi azzarda: farà gruppi autonomi.
Tra i contiani amareggiati per l'epilogo dello scontro con Grillo c'è Lucia Azzolina: in pole position per un posto nella segreteria politica del futuro capo politico dei Cinque, l'ex ministro dell'Istruzione ora dovrà accantonare le ambizioni di rilancio dopo l'esclusione del governo Draghi. Altri due delusi sono Paola Taverna e Alfonso Bonafede, sponsor della rivoluzione gentile di Conte.
Il vero dramma è per Roberto Fico: le truppe, Riccardo Ricciardi e Federico D'Incà, erano schieratissimi con Conte. Lo strappo rimescola le carte.
Anche se il numero uno di Montecitorio è all'opera per una mediazione tra il comico e l'avvocato: «Non dico niente per ora», risponde ai giornalisti da Pozzuoli, in provincia di Napoli. Cerca una sintesi anche il titolare della Farnesina. Di Maio non era affatto dispiaciuto dopo l'attacco di Grillo. Ma ieri, quasi a sodalizzare con l'avvocato, ha annullato anche la sua partecipazione al webinar.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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