
La vita è un pellegrinaggio. E i Magi, «pellegrini di speranza», hanno imboccato la strada giusta. Avrebbe voluto parlare di questi saggi misteriosi e affascinanti, venuti coraggiosamente dall'Oriente, Papa Bergoglio nell'udienza del mercoledì. L'appuntamento con i fedeli viene annullato, come tutti gli incontri in agenda, ma il testo della lezione viene diffuso. Segnali di ripartenza, nei giorni in cui la routine finisce nel cestino.
Le voci che rimbalzano dai Sacri Palazzi spingono all'ottimismo: Francesco sta un po' meglio, anche se i progressi non si possono valutare in 24 ore e la prudenza è d'obbligo. Certo, Francesco è invisibile, sottratto ai fedeli e all'impatto pubblico della sua missione, ma il Motore del Vaticano non è spento. C'è un inevitabile rallentamento, ma la predica sui Magi è il segnale che il magistero va avanti, anche con la pastorale per il popolo.
Qualche media, come Politico, rilanciato da Dagospia, attribuisce a Francesco una battuta molto umana ma che non appartiene allo stile del pontefice argentino: «Questa volta potrei non farcela».
Inutile cercare smentite ufficiali, le smentite sono nel carattere di Francesco, lontano da questi toni e questi spartiti. Certo, le notizie escono col contagocce e anche a San Pietro c'è incertezza. Che cosa accadrà? Il metronomo di queste giornate speciali lo dettano i medici e i loro bollettini che fanno un po' da bussola in un momento di navigazione non facile.
Arriva Giorgia Meloni, al Gemelli per 20 minuti circa, non si vede, almeno per ora, il cardinale Pietro Parolin, ma questo ritardo, rispetto alle previsioni, ci può stare. E la sensazione è che il segretario di Stato farà visita a Bergoglio nelle prossime ore. Insomma, i segnali che arrivano vanno interpretati con realismo e, soprattutto, con i difficili equilibri minuti richiesti dalla logica del giorno per giorno.
Questo, va esplicitato, non vuol dire che Bergoglio abbia abbandonato il timone. La malattia debilita, ma certe letture paiono esagerate: non c'è bisogno, come pure si immagina da più parti, di manovre o di input da parte del Papa per garantire continuità alla Chiesa.
Non sono necessari chissà quali interventi e questo per la più semplice delle ragioni: l'eredità di Bergoglio sta tutta nei dieci concistori di questi anni e nelle nomine di decine di cardinali che, quando sarà il momento, entreranno in conclave.
Questi cardinali, la maggioranza del collegio, sono in sintonia con lui e con la sua visione della Chiesa. Siamo in una fase difficile, ma parlare di emergenza o altro sarebbe troppo.
Bergoglio, per quel che può, fa tutto quello che ha sempre fatto: prega, lavora, si intrattiene con i suoi più stretti collaboratori, legge i giornali. E guadagna il tempo che gli occorre per combattere e sconfiggere l'insidiosa malattia. Resta in ospedale, ma la testa è fuori.
Fra le vicende del mondo che da sempre lo interpellano. Le cure e il riposo. Nessuna fuga in avanti, per risolvere questa o quella questione in sospeso. Ma piccole tappe quotidiane sulla via del ritorno a casa. E alla vita di sempre.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.