E su un’altra nave Ong scoppia la rivolta

Il Viminale la stoppa. In dieci giorni sono arrivati 9mila migranti

E su un’altra nave Ong scoppia la rivolta

C'era da aspettarselo. Tra crisi climatica in corso e bel tempo che perdura straordinariamente, le partenze dall'Africa, dalla Tunisia e le percorrenze della rotta balcanica non si sono mai fermate. In serata, il ministro Matteo Piantedosi, durante la conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri, ha fornito un aggiornamento: «In queste ore ci è stata segnalata un'altra nave entrata in acque territoriali italiane, per la quale non abbiamo ancora adottato un provvedimento. Si tratta di una nave più piccola, con 94 persone, ci è stato segnalato che c'era un tentativo di rivolta a bordo, con condizione di precarietà di navigazione, verso Siracusa: tratteremo anche questa nave con il medesimo criterio», disposto per Humanity 1.
I numeri parlano chiaro: il nuovo governo ha per le mani una bomba a mano ereditata dal governo precedente che nulla aveva fatto per impedire le partenze. Dai dati ufficiali del Viminale, aggiornati a ieri mattina, si legge che dal 24 ottobre, ovvero il giorno dopo l'insediamento di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, a ieri, i migranti approdati superano di poco i 9mila (seimila solo nell'ultima settimana) a fronte dei 1.778 arrivati nello stesso periodo nel 2021. La gran parte di questi oltre 9mila migranti è stata intercettata in mare da motovedette della Guardia di finanza e della Guardia costiera. Le partenze sono avvenute dalla Libia o dalla rotta balcanica, mentre gli sbarchi autonomi sono principalmente di tunisini a Lampedusa.
Le Ong hanno a bordo 985 migranti, una percentuale bassa rispetto al totale degli sbarcati, ma i sinistri, forti di questo dato, anziché fare un bel mea culpa per via dell'inattività che ha caratterizzato lo scorso governo, non fanno che puntare il dito contro quello attuale, come se il fenomeno migratorio si possa stoppare senza un background di contrattazioni con i Paesi di partenza, che è mancato nella precedente legislatura. E non digeriscono neanche la linea dura del nuovo ministro dell'Interno Matteo Piantedosi contro le Ong. Da qualche parte si doveva pur cominciare se si vogliono tagliare i fondi alle organizzazioni criminali che vegetano sulla pelle dei migranti, in tanti, troppi, a rischio perché le traversate rappresentano sempre un'incognita. Prende al balzo questi numeri Luca Casarini, capomissione di Mediterranea Saving Humans: «Basta bufale e propaganda» dice, sostenendo che non c'è «nessuna marea umana» in arrivo in Italia. L'ex disobbediente ritiene che «con una media di 80mila migranti l'anno» l'Italia «non è più un Paese di immigrazione e questo da diversi anni».
Gli sbarchi, ad ogni modo, continuano senza sosta. E le strutture di prima accoglienza sono allo stremo come anche le forze dell'ordine impegnate nell'individuazione degli scafisti. L'ultimo arresto, operato dalla Squadra mobile di Siracusa, riguarda tre russi timonieri del veliero Blue Diamond, battente bandiera ucraina, con a bordo 99 migranti approdati ad Augusta. Nell'hotspot di Lampedusa, tarato per 350 persone, ci sono 1.372 migranti, un numero provvisorio dati i tanti trasferimenti su terraferma organizzati dalla prefettura di Agrigento e gli arrivi inarrestabili. Nei giorni scorsi si sono superati i 1.

500 ospiti e sono rimaste indimenticabili le brutte immagini della scorsa estate, quando l'hotspot, intasato, non rappresentava il massimo dell'accoglienza, malgrado gli sforzi profusi per ripulirlo.
Lampedusa resta tra le mete più gettonate. In due giorni, tra mercoledì e giovedì, vi sono arrivati in 506 e giovedì in 456 anche a Crotone, intercettati a 15 miglia dalla costa dal Roan della Guardia di finanza.

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