Fuoco incrociato tra ex alleati. Giuseppe Conte e Matteo Salvini fanno a pezzi i reciproci cavalli di battaglia pur avendoli appoggiati nell'era del governo gialloverde. Alla vigilia delle amministrative sale lo scontro sul reddito di cittadinanza, la bandiera del M5s e su Quota cento, baluardo del Carroccio. L'uscita pensionistica anticipata in scadenza a fine anno «è un problema che va risolto», attacca Conte dal suo tour a Napoli. E all'ex alleato, Conte manda anche a dire che il reddito di cittadinanza «non è in discussione». Ed ecco l'attacco frontale al leader della Lega, nella città che ha la più alta percentuale di beneficiari di reddito di cittadinanza: «Da chi è attaccato il reddito? Da chi vive di politica da quando era ragazzino».
Il sussidio è invece tutto in discussione replica Salvini: «Firmerò un emendamento Lega in manovra che garantisce un reddito solo a chi veramente non può lavorare, disabili, invalidi, coloro che assistono un parente a letto 24 ore su 24». Anche il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra ha invocato un cambio di passo: «Il reddito ha deluso e ha fallito sui temi del lavoro».
Il presidente dell'Inps Pasquale Tridico invece equipara la funzione svolta dal sussidio a quella del principio del salario minimo: «Il reddito ha funzionato come salario di riserva, fissando una soglia al di sotto della quale i cittadini non sono disposti a lavorare.
E sono contento che si sia riaperto il dibattito sul salario minimo anche per dare speranza a 4 milioni di lavoratori che sono sulla soglia di 9 euro lordi all'ora. Persino in Cina ha prodotto incremento di benessere». Infine una battuta sul riscatto della laurea: «Si potrebbe pensare al riscatto gratuito per fini pensionistici, per incentivare gli studi». LoBu
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