“Una canzone dice molto più di tante parole...”. Giuseppe Calderisi, ex tesoriere dei Radicali ed ex parlamentare di Forza Italia, è l'autore di un brano rap, cantato durante la trasmissione radiofonica 'Un giorno da pecora', con cui ha cercato di sensibilizzare gli elettori a partecipare alla consultazione referendaria sulla giustizia che si terrà il prossimo 12 giugno, in concomitanza con il primo turno di elezioni amministrative.
Perché ha deciso di scrivere questo rap?
“Ho pensato di trovare con la fantasia un sistema per infrangere il forte e solido muro del silenzio che è stato opposto per boicottare i referendum. Qui non siamo di fronte a una campagna esplicita per l'astensione, come fece Craxi. Qui non hanno neppure il coraggio di proporre esplicitamente l'astensione. Si persegue l'obiettivo negando qualsiasi informazione per non far conoscere neppure alla stragrande maggioranza dei cittadini l'esistenza stessa dello svolgimento di questi referendum. Poi, negano l'importanza di questo tema di modo che la gente non sa nulla o quasi e resta a casa”.
E, invece, i referendum sulla giustizia sono molto importanti...
“Certo, la questione della malagiustizia è colossale perché mette in gioco la stessa democrazia del nostro Paese. Siamo di fronte a fenomeni degenerativi che hanno superato il limite di guardia. La malagiustizia, invece, è un tema che, prima o poi, può colpire tutti, non un personaggio come Tortora. Nella canzone ricordo proprio che 'mille innocenti l'anno ne vanno a patire..'. Mille sono quelli che vengono giudicati completamente estranei ai fatti, ossia tre al giorno che significa uno ogni otto ore...”.
Ma perché esiste una malagiustizia tanto diffusa?
“Nel nostro Paese sono le correnti a spartirsi il potere. Il Csm è stato ridotto a un verminaio e i magistrati hanno scioperato contro le riforme della Cartabia. Boicottano non solo i referendum, ma anche le riforme fatte dal Parlamento, mentre le correnti hanno sequestrato la stessa indipendenza del singolo magistrato. Queste vicende dimostrano come alcuni principi costituzionali, come quella della presunzione di non colpevolezza, siano stati stracciati. La Costituzione è stata tradita sovvertendo l'equilibrio dei poteri. Ecco, perché il cittadino, con i referendum, ha un'arma che non deve lasciarsi scappare”.
La separazione delle funzioni dei pm può migliorare l'equilibrio dei poteri?
“Oggi le due funzioni sono confuse. Pm e giudici sono culo e camicia. Viene negata la funzione del giudice come terzo tra le parti. È una funzione che impone una separazione delle carriere. Non possono essere i pm, nel Csm, a decidere la carriera dei giudici. Quale giudice non asseconderà le volontà del pm, se sa che dal voto degli amici della corrente del pm dipende la sua stessa carriera? Le procure sono interessate solo al processo mediatico e poco importa se rovinano la vita a qualcuno che finisce nel tritacarne dei media”.
Perché lei scrive che l'Anm boicotta i referendum?
“Boicotta perché gioca di sponda con alcune parti politiche e alcuni media che negano l'informazione in quanto non vogliono prendere posizione. Sanno che, se si facesse un dibattito serio, si scoprirebbe che gran parte delle persone non ha più una fiducia incondizionata nei giudici, come in passato”.
Secondo lei, si raggiungerà il quorum?
“Raggiungere il quorum, in queste condizioni, è come scalare le montagne senza corde e picconi. Anche se non si raggiungesse ma ci fosse un forte pronunciamento dei sì, sarebbe un segnale importante”.
L'election-day, però, in teoria, non dovrebbe favorire la partecipazione?
“L'election-day di un solo giorno penalizza persino le elezioni comunali perché durante la pandemia si era deciso di riportare le votazioni spalmate su due giorni. Ora le cose vanno meglio, ma la pandemia non è del tutto superata e, anche per questa ragione, sarebbe stato meglio votare in due giorni.
Ma, poi, si va a votare in piena estate, l'ultima domenica possibile per i termini di legge, con le scuole chiuse e col caldo che fa...Insomma, se ci fosse stata l'opportunità di votare anche lunedì mattina, forse, si sarebbe potuto raggiungere. È stato un modo di ovattare il dibattito e di limitare materialmente le possibilità di votare...”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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