Ecco chi è il chirurgo plastico che ha sfigurato la sinistra

Vip, magistrati, politici. A Matteo Tutino, primario di chirurgia plastica a Villa Sofia, tutti si rivolgevano per farsi scolpire il corpo, perdere peso e ottenere favori e incarichi nella sanità pubblica siciliana

Ecco chi è il chirurgo plastico che ha sfigurato la sinistra

Vip, magistrati, politici. A Matteo Tutino, primario di chirurgia plastica a Villa Sofia, tutti si rivolgevano per farsi scolpire il corpo, perdere peso e ottenere favori e incarichi nella sanità pubblica siciliana. Tutino si aggirava in maniera indisturbata, sia negli ospedali che nei palazzi della politica, al punto da presentarsi alla Leopolda palermitana, organizzata da Davide Faraone: il colonnello di Matteo Renzi che aspira a succedere a Rosario Crocetta.

E se quest'ultimo lascerà la carica di governatore, abbandonando per sempre la politica, un ruolo di rilevo lo avrà avuto questo medico di 54 anni – sposato con una «bella donna» e con due figli - e con un curriculum da luminare. Tutino accelera il processo di disfacimento della sinistra, indebolisce il governo di Matteo Renzi e lo rende vulnerabile sulla questione morale di berlingueriana memoria. È un uomo vanesio, il mago del body jet , con fisico da palestrato e bicipiti da urlo che non esita a mostrare. E che fanno presa su Crocetta. Il chirurgo, e anche in questo è simile al governatore, si veste in maniera informale, rifiuta l'etichetta, e nei luoghi istituzionali si presenta in t-shirt aderenti e senza giacca e cravatta, stupendo i funzionari e i commessi di Palazzo d'Orleans. Quasi a voler ostentare sia il fisico da body builder ma soprattutto l'estrema vicinanza con Crocetta. E ciò fa specie perché perfino al maestro Franco Battiato veniva chiesto di indossare la cravatta.

Una presenza, quella del chirurgo plastico, così invasiva da suscitare l'ilarità degli assessori. Invasivo e vantone, insomma. Nel suo curriculum Tutino così si presentava: «Ho la capacità nel gestire emozioni e i comportamenti nei pazienti difficili». Laureatosi a Palermo a pieni di voti, Tutino inizia a girare il mondo e a collezionare studi e titoli. Dagli Stati Uniti al Messico, passando per la Repubblica Ceca, il salottiero Tutino si distingue sempre, o almeno così si legge nel curriculum, per «specializzazioni in chirurgia plastica» in cui si classifica «primo in graduatoria». È un vanesio questo Tutino da Palermo che nel 2006 approda all'Ospedale Sant'Elia di Caltanissetta. Raccontano che negli anni del governo di Raffaele Lombardo un noto esponente del Nazareno, oggi vicinissimo a Crocetta, lo abbia introdotto nella war room di Palazzo d'Orleans, sede della presidenza della Regione. Lombardo, però, diffida del Tutino perché, confidano le fonti al Giornale , «non ebbe buone referenze». Ma se Lombardo lo rifiuta, Crocetta lo accudisce e ne diviene amico. Anzi, un amico di cui fidarsi al punto da farlo diventare l'eminenza grigia della Sanità in Sicilia, colui - ed è scritto nelle carte degli inquirenti di Palermo – che gli fornisce «il papello» con i nomi dei direttori generali che formalmente avrebbe dovuto proporre Lucia Borsellino. Tutino decide, Crocetta esegue. «Brugaletta va a Messina e Giovanni a Trapani o ancora meglio al Civico perché averlo al Civico significa averlo anche nel Policlinico», è il monito del mago del body jet . Si vantava anche con i conoscenti, si legge sempre nell'ordinanza della Procura di Palermo, della sua amicizia con il governatore Crocetta. Un'amicizia nata nel segno della «rivoluzione» per il tramite di Antonio Ingroia, il pm della trattativa fra Stato e mafia che provato con la politica ma si è dovuto rifugiare, per salvare la faccia, in una società partecipata siciliana. «Tutino mi era stato presentato dai colleghi magistrati Lia Sava e Antonio Ingroia e in loro presenza si era più volte incontrato», dichiara il pm Dario Scaletta. È Ingroia insomma il responsabile di un sodalizio, quello fra Crocetta e Tutino, da cui passano tutte le decisioni della presidenza della Regione. Nel suo studio, a via Sammartino, a sera sfilavano gli amici vip che il chirurgo riceveva quando gli altri pazienti erano ormai andati via. Perfino Totò Cuffaro, governatore di Sicilia dal 2001 al 2008, oggi detenuto a Rebibbia per una condanna per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra, si fece convincere a un intervento con il metodo del sondino per provare a perdere i chili di troppo.

Salottiero quel tanto che basta in una città foriera di cene e di incontri come Palermo, il chirurgo plastico Tutino tesse le fila del potere crocettiano più di un qualunque assessore o consulente del governatore. Distogliendo dunque Crocetta dalla realtà siciliana e avviandolo su un binario morto. La fine della «rivoluzione».

Twitter: @GiuseppeFalci

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