Ecco come il M5s potrebbe controllare l'informazione scientifica

Fa discutere la proposta di modifica di legge presentata dal Movimento 5 stelle, nella quale viene stabilita la creazione di una commissione speciale allo scopo di individuare le migliori forme di diffusione dell'informazione scientifica attraverso il servizio pubblico. Una mossa che secondo molti potrebbe portare ad un diretto controllo governativo sulla divulgazione culturale della Rai

Ecco come il M5s potrebbe controllare l'informazione scientifica

Continua il rapporto conflittuale tra il governo gialloverde e il mondo dell'informazione scientfica, un rapporto già in passato costellato da aperti scontri con numerose personalità del mondo accademico a partire dall'annosa disputa sull'obbligo vaccinale. Questa volta però, a destare preoccupazione è la proposta di modifica, presentata dal deputato del Movimento 5 stelle Luigi Gallo il 27 marzo scorso ma in discussone in questi giorni alla Camera, in merito alla legge 112 del 7 ottobre 2013 sul libero accesso all'informazione scientifica. Nella legge, che all'epoca servì ad equiparare la normativa italiana a quella europea in merito al diritto di poter consultare liberamente dati di ricerca e pubblicazioni scientifiche su attività finanziate con fondi pubblici, viene infatti aggiunta la modifica di un singolo articolo nel quale si stabilisce testualmente: "L'istituzione, da parte del Ministro dello sviluppo economico, nel termine di 90 giorni dalla data di entrata in vigore della disposizione, di una Commissione per la divulgazione dell'informazione scientifica, con il compito di individuare le migliori forme di diffusione dell'informazione culturale scientifica attraverso i canali del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale".

Una proposta che potrebbe teoricamente portare il controllo dell'informazione scientifica sulla televisione di stato direttamente nelle mani del ministero dell Sviluppo Economico, e quindi dello stesso Luigi Di Maio, consegnando di fatto al governo il potere di decidere le modalità con cui i cittadini potranno usufruire dell'offerta culturale Rai. Viene immediatamente da pensare infatti a quale potrebbe essere il destino delle numerose produzioni divulgative che da anni sono uno dei fiori all'occhiello della tv italiana, a cominciare dai programmi di Piero ed Alberto Angela, prodotti di qualità da sempre dimostratisi successi di pubblico e di critica. La mossa sarebbe inoltre un ulteriore passo avanti verso la completa istituzionalizzazione del servizio pubblico, cominciata con la nomina del giornalista Marcello Foa a Presidente della Rai lo scorso 26 settembre.

Polemiche arrivano difatti dai banchi dell'opposizione, che brandisce lo spettro del ritorno alla dittatura per criticare la proposta di legge dei 5 stelle. Intervistata dalla testata Giornalettismo, la senatrice del Partito Democratico e vice presidente del Senato Simona Flavia Malpezzi ha infatti dichiarato: "Un governo che ha dimostrato di avere delle posizioni antiscientifiche sul caso dei vaccini non può decidere cosa sia divulgazione e cosa no. Questa è una decisione da regime totalitario, inaccettabile." - aggiungendo poco dopo sulla sua pagina Facebook ufficiale - "Questo è il testo di legge attualmente all'esame della camera, firmato del presidente cinque stelle della commissione cultura, in materia di accesso aperto all'informazione scientifica.

Prevedono di far istituire a Di Maio un "Comitato per la divulgazione dell'informazione scientifica" che deciderà cosa trasmettere attraverso i canali della Rai sovranista. Io le chiamo -senza alcun timore- prove di regime".

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