Ecco perché Arcuri è al capolinea

Il commissario rischia di non essere confermato: Draghi può cambiare la guida della struttura. E ora la Corte dei Conti fa tremare l'ad di Invitalia

Ecco perché Arcuri è al capolinea

L'impronta di Mario Draghi inizia a vedersi: nella giornata di ieri è arrivato il cambio al vertice della protezione civile, con Angelo Borrelli che ha lasciato il posto a Fabrizio Curcio. L'intenzione del presidente del Consiglio sarebbe quella di riorganizzare le strutture per la gestione dell'emergenza, e proprio per questo il prossimo nodo da affrontare potrebbe essere quello di Domenico Arcuri. Una personalità molto divisiva nel mondo della politica: da una parte ha potuto godere della difesa dell'ex premier Giuseppe Conte; dall'altra non ha trasmesso affatto simpatie al centrodestra. Adesso potrebbe arrivare il suo momento: l'ex governatore della Bce sarebbe pronto a cambiare la guida della struttura commissariale.

Arcuri non confermato?

Nelle ultime 24 ore per il commissario straordinario all'emergenza Coronavirus è diventata più concreta l'ipotesi di doversi concentrare solamente su Invitalia, di cui è amministratore delegato. Draghi non ha ancora preso una posizione ufficiale in merito e non lascia trapelare alcuna indiscrezione ma, come scrive La Stampa, il dossier sarebbe entrato nel pieno della lavorazione e una conferma appare sempre più improbabile. Per "promuovere" nuovamente Arcuri sarebbe necessario un apposito decreto firmato dal presidente del Consiglio, senza dimenticare che il secondo comma dell'articolo 1 sottolinea come l'incarico di commissario sia "compatibile con altri incarichi pubblici o privati". Ecco perché l'ad di Invitalia starebbe realizzando quanto sia complicato immaginare un "Dpcm Draghi" che possa stabilizzare lo status di doppio lavoro.

Tra le diverse opzioni sul tavolo vi è anche quella che vedrebbe Arcuri - pur tornando a lavorare a tempo pieno nell'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa - mantenere una competenza a lungo termine su un dossier strategico: la nascita di un polo nazionale pubblico-privato per realizzare i vaccini. Non a caso anche il commissario era presente all'incontro organizzato da Giancarlo Giorgetti al Ministero dello Sviluppo economico con Farmindustria e Aifa, per avviare una discussione volta a verificare la possibilità di produrre vaccini anti-Covid nei siti del nostro Paese.

L'ombra della Corte dei Conti

Intanto, come scrive Pasquale Napolitano su ilGiornale in edicola oggi, la struttura commissariale presto potrebbe finire nel mirino della Corte dei Conti.

Pio Silvestri, il procuratore generale della Corte dei Conti del Lazio, nel suo intervento per la cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario 2021 ha fatto sapere che la Procura "certamente si dedicherà ai necessari approfondimenti istruttori in ordine alle tematiche connesse agli acquisti legati all’emergenza pandemica effettuati dalla gestione commissariale e dalle altre centrali di acquisto aventi sede nella Regione Lazio al fine di dare conto, per quanto possibile, delle risorse spese". Fari accesi sulla struttura soprattutto dopo l'inchiesta sulle mascherine cinesi che ha portato a un arresto e a quattro misure interdittive.

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