Bruno Guerri: "Effetto Serra difficile a destra. È il luogo dell'individualismo"

Il presidente del Vittoriale Giordano Bruno Guerri: "Nessun intellettuale potrebbe riempire le piazze"

Bruno Guerri: "Effetto Serra difficile a destra. È il luogo dell'individualismo"
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L'«effetto Serra» riempie le piazze e colma i cuori di buoni sentimenti europeisti. Questa la prima considerazione che viene spontanea il giorno dopo l'evento di piazza del Popolo a Roma. La seconda considerazione è una domanda che giriamo a Giordano Bruno Guerri, storico di vaglia e presidente dal 2008 del Vittoriale degli italiani.

Ci sono intellettuali di destra capaci di riempire le piazze e replicare l'«effetto Serra»?

«È molto difficile, se parliamo di un intellettuale (parola che detesto) o comunque di un personaggio di destra, convocare la piazza. Per diversi motivi. Il primo è che la destra è meno abituata alle piazze e poi conta molto il fatto che non ci sono a destra personaggi di peso così popolari da riempirle. Serra, come altri suoi pari, da sempre ha rubriche con la loro faccina su settimanali, quotidiani e in tv. E niente del genere accade a destra per motivi che sono ben comprensibili».

Le cose non stanno cambiando?

«Stanno cambiando ma molto lentamente. Ci vedi Veneziani o Buttafuoco che fanno un appello e che riempiono una piazza con cinquantamila persone?»

Uno come Sgarbi potrebbe riempire quella piazza. O no?

«Potrebbe riempire la piazza di ammiratori e curiosi. Non una mobilitazione di popolo».

Come va giudicata la manifestazione di sabato?

«È stata una manifestazione di nobili sentimenti, di cuori in mano. Dove si diceva vogliamo bene all'Europa. Ed è proprio questo atteggiamento che non suscita molti entusiasmi a destra».

A destra non si è europeisti?

«A destra si è molto meno europeisti. Il sovranismo di alcuni e l'antieuropeismo di altri non favorirebbero un'adesione di massa, senza l'appoggio dei partiti».

E se fosse un tema diverso?

«Le piazza sono state riempite con manifestazioni sull'immigrazione e sul lavoro ma non su un tema sofisticato come l'Europa. D'altronde siamo partiti col dire che a destra non esistono intellettuali capaci di riempire le piazze».

Le cose cambieranno? D'altronde in questi ultimi due anni si sta assistendo a una sorta di turn over nei media che fanno opinione.

«Mi auguro di sì, ma il terreno da recuperare è tanto. Parliamo di decenni. C'è poi un aspetto di fondo. La destra è il luogo dell'individualismo e degli individui. Io stesso non me la sentirei di dire alle folle: Riuniamoci per questa idea. D'altronde l'idea precisa da destra sarebbe che bisogna armarsi. Un'idea poco popolare. Il pensiero di destra è concreto e fattuale».

A piazza del Popolo ieri invece un'antologia di belle parole e poco più.

«Manifestazione molto scenografica. Anche bella. Ma, appunto, non cambia niente».

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