È un dato preoccupante quello segnalato dall'Inps là dove evidenzia che nel corso del 2021 nel Mezzogiorno si è avuto un raddoppio dei certificati di malattia. Ovviamente, la questione non è sanitaria, ma culturale e obbliga a interrogarsi su cosa s'è fatto in tutti questi decenni per danneggiare in tal modo il tessuto della società meridionale.
È chiaro che questo numero abnorme di assenze dal lavoro per ragioni di salute è da ricondurre a un malcostume, le cui cause sono ben note. L'Italia, in generale, e ancor più il suo Mezzogiorno da troppo tempo disprezzano quella cultura del lavoro che comporta dedizione ai propri compiti e alla parola data. Dove le entrate non sono una conseguenza dell'attività, ma provengono da logiche redistributive, quella che s'impone è la logica dei più furbi.
Le virtù borghesi s'affermano, come non si stancava di evidenziare Sergio Ricossa, nelle economie basate sul contratto, sull'impresa privata e sulla concorrenza. Se invece regna l'assistenzialismo, anche gli schemi morali che dovrebbero regolare i comportamenti dei singoli finiscono per essere trasformati e, naturalmente, in peggio.
In una società nella quale un reddito può giungere tutti i mesi sul nostro conto corrente anche senza far nulla, si finisce per perdere ogni nesso tra la fatica e il premio, tra il lavoro e il salario. Quasi senza accorgersene, si entra in universo in cui ognuno cerca di vivere parassitariamente rispetto al prossimo, adottando ogni genere di imbroglio e malizia.
Come spesso si evidenzia (ma mai a sufficienza!), il costo più oneroso del reddito di cittadinanza non è di carattere economico, ma invece sociale e culturale. E in fondo questa è solo l'ultima di una lunga serie di misure politiche che hanno guardato al Sud come a un semplice serbatoio elettorale: un vasto spazio nel quale distribuire favori (spesso di modesta entità) scollegati da quella capacità di fare e intraprendere che, invece, è condizione fondamentale per un vero sviluppo.
Anni e anni di elemosine statali non hanno aiutato il Mezzogiorno, ma invece l'hanno corrotto in profondità.
Ne discende che oggi il Sud ha bisogno di accantonare tutto questo, perché una nuova cultura della responsabilità può affermarsi soltanto se le nuove generazioni saranno chiamate ad affrontare nel bene e nel male tutti i rischi e tutte le opportunità del mercato.
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