Le opposizioni guidate da Elly Schlein tentano l'assalto contro i ministri Salvini e Piantedosi dopo la strage in mare di Cutro.
Il centrodestra fa quadrato e blinda i due esponenti del governo Meloni. La giornata che segna il debutto in Parlamento di Schlein nella veste di segretario del Pd accende lo scontro politico sulla tragedia di Crotone.
Piantedosi ribatte colpo su colpo a Montecitorio. Mentre nel tardo pomeriggio, il vicepremier Matteo Salvini si sfoga: «Solo pensare che il ministro dei Trasporti che è papà abbia non solo detto ma anche solo pensato di non intervenire è un oltraggio: chi vuole fare polemiche, far politica su questo, lasci in pace lo Stato, la Guardia costiera. Se uno non è avvisato non interviene, se è avvisato a cose avvenute fa il possibile. Prima della strage nessuno è stato avvisato».
Ribadendo un punto centrale, già evidenziato dal ministro in commissione: «Se uno non si fida di Frontex allora addio baracca e burattini: non arrivo a fare polemica politica sui morti. Sulla pelle degli altri io non la faccio: posso solo pregare su questi 67 morti, cercare di fermare queste partenze che sono morti annunciate». Il riferimento è che nessuna richiesta di aiuto è arrivata alla Capitaneria.
Sulla tragedia interviene anche il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida che allontana le voci di spaccature in maggioranza: «Non c'è nessun imbarazzo. Piantedosi è un grande ministro - dice - Ma giusto approfondire tutti gli aspetti per accertare la verità». Il centrodestra in commissione e fuori alza un muro. Il capogruppo Fi al Senato Licia Ronzulli incalza i partiti: «Credo che tragedie come quella di Cutro, che riportano la memoria a quanto accaduto a Lampedusa nel 2013, dovrebbero unire la politica, e non dividerla». In commissione prende la parola il deputato Paolo Emilio Russo fa una richiesta: «Un riconoscimento per due carabinieri intervenuti per primi dopo il naufragio del barcone riuscendo a mettere in salvo 2 persone e a recuperare 17 corpi».
L' esordio di Schlein è all'insegna del passato. La nuova leader dei democratici si presenta in commissione Affari costituzionale della Camera, accompagnata dal suo tutor Peppe Provenzano, per l'audizione del ministro dell'Interno. L'ordine del giorno, l'illustrazione delle linee programmatiche, diventa secondario dopo la tragedia di Cutro. La segretaria dem parte all'attacco con la richiesta di dimissioni: «Noi vogliamo che si chiariscano dinamiche e responsabilità di quello che è accaduto. Il comandante della capitaneria di porto di Crotone ha detto che quelle persone si potevano salvare... Noi attendiamo le risultanze delle indagini, ma dal punto di vista delle responsabilità politiche, anche solo le dichiarazioni suggeriscono le sue dimissioni e la riflessione molto profonda di Giorgia Meloni». Un risultato la neosegretaria lo incassa: alla richiesta di dimissioni si accodano tutte le opposizioni. Da Carlo Calenda a Nicola Fratoianni. Il titolare del Viminale non si sottrae al processo e da uomo di Stato assicura, nella sua replica alla leader del Pd: «Se la tragedia si fosse verificata per una debolezza del mio ministero mi assumerò le mie responsabilità. Se andiamo a vedere le morti e le tragedie queste sono successe negli anni anche a guida sicurissima del mio ministero.
Trovo difficile fare un confronto fra tragedie né mi sogno di attribuirlo alla fermezza di chi mi ha preceduto ma se si guarda quello che avviene da molti anni il bilancio è tragico». Le opposizioni valutano le prossime mosse: una mozione di sfiducia o l'informativa in Aula. Su questo il ministro è netto: «Posso venire a riferire anche domani». Opposizioni ancora una volta spiazzate.
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