Gli elogi all'emirato che hanno attirato i sospetti: "È un punto di riferimento per i diritti umani..."

Dalla Kaili a Panzeri, un castello di esternazioni per l'immagine di Doha

Gli elogi all'emirato che hanno attirato i sospetti: "È un punto di riferimento per i diritti umani..."

Sentite questa. «I mondiali in Qatar sono una prova di come la diplomazia sportiva possa realizzare una trasformazione storica di un Paese con riforme che hanno ispirato il mondo arabo. Il Qatar è in prima linea per i diritti dei lavoratori, ha abolito la Kafala e introdotto il salario minimo», parlava così durante l'ultima plenaria Eva Kaili, vicepresidente del Parlamento europeo, arrestata e sospesa dalla sua carica perché coinvolta nello scandalo Qatargate, il caso di corruzione su presunte mazzette e tangenti ad attuali ed ex membri del Parlamento europeo per convincerli a parlare bene del Paese del Golfo, ripulendone l'immagine in vista dei mondiali di calcio.

Kaili, esponente greca del gruppo dei Socialisti Europei, è stata arrestata sabato a Bruxelles ed è accusata di corruzione. Secondo gli inquirenti belgi una non precisata nazione del Golfo Persico - il Qatar stando alle indiscrezioni - avrebbe elargito regali e versato somme di denaro a una serie di personalità della politica europea con l'obiettivo di influenzare l'Europarlamento. Da Doha smentiscono ogni accusa, ma le parole di Kaili aprono una serie di interrogativi. Ed ecco un'altra vecchia dichiarazione di Kaili: «I qatarioti ci hanno aiutati a ridurre la tensione con la Turchia, ci hanno aiutati a salvare attivisti, bambini e donne in Afghanistan, sono negoziatori di pace e buoni vicini. Hanno già ottenuto l'impossibile». Frasi che stridono con le recenti polemiche sulla trasparenza dell'assegnazione dei mondiali al Qatar e le denunce sul mancato rispetto dei diritti umani. E ancora Kaili, profetica: «Qualcuno discrimina i qatarioti, li bullizza e accusa di corruzione tutti quelli che ci parlano, noi possiamo promuovere i nostri valori, ma non abbiamo il diritto morale di fare lezioni».

Collegato a Kaili è il filone «italiano» dell'inchiesta. Nel 2019 l'ex eurodeputato socialista di Articolo 1 Antonio Panzeri, anche lui arrestato, va a Doha e loda l'Emirato del Medio Oriente: «Il Qatar è diventato un punto di riferimento per i diritti umani». Tre anni fa alla «Conferenza internazionale sui meccanismi nazionali, regionali e internazionali per combattere l'impunità e garantire la responsabilità ai sensi del diritto internazionale» Panzeri parlava dei progressi del Qatar in tema di diritti e insisteva: «È un progetto guidato dal Qatar a livello internazionale, è molto importante e questi sono sforzi encomiabili». Anche un anno prima, sempre a Doha, Panzeri sottolineava gli «sviluppi positivi nel campo dei diritti umani» messi in campo dalla monarchia degli Al Thani.

Molto più di recente, il 21 novembre scorso, la maggioranza dei deputati socialisti ha deciso di non appoggiare una risoluzione sulla situazione dei diritti umani in Qatar proposta dai «compagni» del Gruppo della Sinistra. Oltre alla vicenda giudiziaria, il centrosinistra europeo sembra avere un problema con Doha.

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