L'Emilia Romagna è ufficialmente contendibile. Non è più una novità, ma continua a fare "strano" che la regione "rossa", simbolo e fortino della sinistra italiana, possa diventare, a breve, "verde". Sì, perché il centrodestra unito a trazione leghista potrebbe strappare l'Emilia Romagna al Partito Democratico, mandando in tilt (definitivo?) il centrosinistra italiano.
L'Istituto Cattaneo non ha dubbi e, come riportato da Italia Oggi, sostiene che – a prescindere dal risultato finale della contesa elettorale – si è entrati in una nuova fase della politica italiana. Marco Valbruzzi, direttore del centro di ricerca spiega che qualsiasi sarà il verdetto delle urne domenica 26 gennaio, questa stessa data rappresenterà uno spartiacque storico per la politica nostrana, essendo finita l'egemonia rossa nel centro Italia (Umbria al centrodestra, Toscana anch'essa contendibile, Marche ancora chiamate ad esprimersi…).
"L'Emilia-Romagna come 'regione rossa' ed espressione di una storica subcultura politica territoriale non esiste più. Se in passato erano le forze di opposizione alla sinistra a controllare all'incirca un terzo del consenso elettorali, oggi è la sinistra che ottiene poco più di un terzo dei voti, mentre le altre forze politiche, dai 5stelle alla Lega, raccolgono i due terzi delle preferenze. È un mondo completamente capovolto", l'analisi dell’esperto.
Per la prima volta, il centrosinistra va al voto in Emilia Romagna portandosi sul groppone due scoppole elettorali: le Politiche del 4 marzo 2018 e le Europee del 26 maggio 2019. E in entrambi i casi, in Emilia Romagna. Nella scorsa primavera, la Lega di Matteo Salvini, qui, raccolse 759.948 preferenze, pari al 33,77% dei voti. Più del Partito Democratico di Nicola Zingaretti, fermatosi a 703.131 consensi, pari al 31,24%. Insomma, il Pd insegue. Così come inseguiva già alle Politiche del 2018, quando la coalizione di centrodestra raccolse 838.049 voti, contro i 780.600 del centrosinistra. In totale, insomma, sono circa 170mila i voti che la sinistra deve recuperare.
L'appunto di Valbruzzi, infine, è chiaro: "Se gli elettori dell'Emilia-Romagna partecipassero al voto utilizzando la stessa logica con cui hanno affrontato il voto europeo dello scorso maggio, la partita per il centrosinistra, già in salita, sarebbe difficilmente recuperabile.
Bonaccini dovrebbe rimontare 7 punti percentuali di distacco da Lucia Borgonzoni, espressione di uno schieramento risultato vittorioso in tutte le competizioni regionali che si sono tenute dopo le elezioni politiche del 2018. Ma non è detto che la logica di chi vota alle regionali sia la stessa di quando ha votato per le europee o le politiche…".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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