Arriva l’ennesima giravolta a 5 Stelle. Il protagonista è ancora una volta l’ex premier Giuseppe Conte. Il leader del M5s, in un’intervista rilasciata a “Il Sole 24 Ore” ha dichiarato che bisogna “estrarre più gas dagli impianti esistenti e ai rigassificatori galleggianti”.
Stiamo parlando, però, della stessa persona che quando i commissari europei inserirono gas e nucleare nella tassonomia verde, circa un mese fa, attraverso un tweet, affermò: “Un passo indietro che ignora le critiche degli esperti. Contrasteremo questa soluzione in tutte le sedi. Il futuro è nel segno di rinnovabili, risparmio energetico e tutela dell’ambiente”. Tale commento, allora, fu seguito da un tam tam di reazioni griline, dagli europarlamentari Massimo Castaldo e Laura Ferrara fino alla viceministra Alessandra Todde, che condannò duramente la scelta dell’Ue, chiedendo a Bruxelles di mettere da parte ogni ideologia.
Il caro bollette, la crisi in Ucraina e l’aumento esponenziale del costo dell’energia non sono pertanto una giustifica sufficiente per l’ennesimo cambio di vedute. A queste latitudini, comunque, le giravolte sono davvero all’ordine del giorno.
Basti pensare alla pandemia, dove appunto l’ex premier diceva una cosa e poi la settimana dopo faceva l’esatto contrario di quanto aveva annunciato, come dimostrano le scuole prima da aprire e poi da chiudere e i tanti Dpcm.
Dove non ci sono, però, alibi è su una linea politica, caratterizzatasi per aver detto tutto e l'esatto contrario. Basti pensare alle alleanze. Prima i pentastellati condannavano ogni genere di intesa e poi, come dimostrano i vari governi e i diversi accordi sui territori, hanno governato con chiunque, nessuno escluso. Altro esempio, poi, i cambi di casacca. Luigi Di Maio era passato alla cronaca per la sua battaglia nel fermare il “mercato delle vacche”. Circa trecento parlamentari del M5s, oggi, hanno lasciato i gialli per trasferirsi in altri partiti.
L’ultima folgorazione, poi, è stata quella sul finanziamento pubblico. Se nel blog delle Stelle appariva la frase “il M5s non è un partito e non vuole i soldi del tuo due per mille”, il 30 novembre scorso, la base pentastellata, a seguito di una campagna sponsorizzata dallo stesso Conte, ha votato sì per ricevere il due per mille dallo Stato.
Finanche la regola del doppio mandato adesso potrebbe essere rivista, mettendo così nel cassetto quel "mai ai politici di professione". Una linea condivisa, dove non appaiono divisioni. Proprio come non appaiono divergenze quando si parla di cambiare strategia sui grandi eventi. La stessa Virginia Raggi, contraria all’Expo a Milano, adesso definisce la stessa manifestazione "una grande opportunità per Roma".
Ecco perché il cambio di vedute di Conte sul gas non è una sorpresa.
Stiamo parlando di una forza che ha davvero ha un abito per ogni occasione. Non è una follia, quindi, se qualcuno paragona l’ex premier al miglior Giolitti, allora chiamato il sarto appunto per la capacità di cucire il vestito Italia a seconda del momento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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