Manifestazioni in 7 città italiane si sono svolte questa mattina da parte dei praticanti avvocati, sostenuti dalla Lega, contro la decisione del ministero della Giustizia di rinviare, a causa delle norme anti-Covid, l'esame di Stato per entrare in avvocatura che si sarebbe dovuto svolgere proprio oggi. I praticanti sono scesi in piazza per chiedere certezze al ministero sulla data delle prove di idoneità professionale ritenendo che queste ultime, con le dovute cautele e precauzioni, si possano sostenere ugualmente.
A Milano, Torino, Bologna, Roma, Napoli, Vibo Valentia, Palermo i manifestanti hanno alzato i cartelli con scritto: "Dopo anni e anni di tirocini gratis vogliamo fare l'esame" o "È tempo di decidere, non possiamo più aspettare". La protesta è stata supportata anche dalla Lega che ha puntato il dito contro il Guardasigilli, Alfonso Bonafede. Nella Capitale i praticanti e gli esponenti del Carroccio, per gridare il loro malcontento, si sono ritrovati davanti al ministero della Giustizia. "Siamo qui per portare la voce di oltre 20mila praticanti avvocato, che chiedono solo chiarezza e certezze: ad oggi non sanno quando potranno coronare il sogno della loro vita, quello di diventare avvocati", ha spiegato il deputato della Lega Luca Toccalini, coordinatore federale della sezione giovanile del partito a margine della manifestazione tenutasi a piazza Cairoli. Il parlamentare ha sottolineato che la Lega è al fianco dei "tantissimi dottori e dottoresse che non vedono l’ora di entrare nel mondo del lavoro e grazie all’incompetenza di questo governo stanno perdendo ulteriori mesi, non è solo questione di pandemia ma siamo di fronte all’incapacità di un ministro".
Sulla stessa lunghezza d’onda il deputato Jacopo Morrone, ex sottosegretario alla Giustizia, che ha criticato duramente l’operato del Guardasigilli: "Questi giovani vedevano la data dell’esame avvicinarsi e per la crisi sanitaria è stata posticipata. Non vi è certezza perché il ministro Bonafede non ha dato ancora una data in cui si svolgerà, non sappiamo le modalità e i luoghi della prova, non vi è certezza sul fatto che l’organico venga rinforzato". Morrone ha poi chiesto le dimissioni del ministro che si è reso responsabile, a suo dire, di numerosi errori.
"In questo momento c’è la magistratura onoraria sul piede di guerra, le procure e i tribunali in confusione, i sindacati di polizia in rivolta e Bonafede non è in grado di decidere su nulla. Non so se ci sia un’altra strada oltre a quella delle sue dimissioni", ha dichiarato il deputato leghista.
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