Estradato a Londra l'ultimo Beatles della Jihad. I 4 terroristi che uccidevano gli occidentali

"Paul" alla sbarra: decapitò cittadini americani e inglesi e rapì un italiano

Londra. Dalle prigioni turche a quelle britanniche. È questo il destino del quarto componente dei «Beatles», i terroristi dell'Isis così soprannominati per via del loro forte accento inglese. Aine Leslie Davis, più noto come Jihadi Paul, nome derivato sempre dal famoso quartetto di Liverpool, è stato estradato a Londra dopo aver trascorso sei anni e mezzo nelle carceri turche e riapparirà davanti al giudice della corte di Old Bailey il 2 settembre per l'udienza preliminare. L'uomo, che adesso ha 38 anni, è accusato di aver fatto parte insieme ad altri tre soggetti di una cellula particolarmente sanguinaria e violenta che tra il 2013 e il 2014 ha rapito e ucciso molti ostaggi occidentali. Tra questi, c'è anche un cittadino italiano, Federico Motka, rapito in Siria nel 2013 e liberato nel maggio dell'anno dopo una lunga detenzione, segnata da torture e trattamenti inumani. Insieme a Motka, che allora faceva parte dell'organizzazione non governativa francese Acted, si trovavano anche i cittadini americani James Wright Foley, Steven Sotloff e Peter Kassig e gli inglesi David Haines e Alan Henning. Tutti sono stati ferocemente decapitati, mentre secondo le indagini italiane proprio Jihadi Paul sarebbe stato uno dei sequestratori di Motka e avrebbe partecipato attivamente anche alla sua liberazione. Su di lui pende quindi anche un'ordinanza cautelare emessa del pubblico ministero di Roma l'8 ottobre del 2018. Si tratta di un provvedimento esteso a livello europeo attraverso l'emissione di un mandato d'arresto europeo nel giugno del 2019. Il criminale, che è stato preso in consegna all'aeroporto di Luton mercoledì sera, è accusato di aver raccolto fondi a scopi terroristici, e di essere stato in possesso di armi utilizzate per i sequestri e le uccisioni. In tribunale ha negato di aver mai appartenuto alla cellula dell'Isis e non ha voluto dichiararsi né colpevole né innocente riguardo ai reati a lui imputati. Sempre negli stessi anni in cui la banda di combattenti stranieri ha commesso i suoi crimini, Davis è accusato di aver coinvolto anche la moglie nelle sue azioni chiedendole di spedirgli dei soldi in Siria con l'aiuto di un amico che avrebbe fatto da corriere e di raccogliere fondi per finanziarli. Il capo della cellula, Mohammed Emwazi, era stato ucciso da un drone americano già sette anni fa, mentre gli altri due erano stati catturati sempre in Siria e processati negli Stati Uniti dove sono stati condannati per aver commesso alcuni dei crimini più feroci della storia recente. Ieri Davis, che prima di darsi al terrorismo, ha vissuto nel quartiere londinese di Hammersmith, ha detto soltanto poche parole al giudice della corte di Westminster. Maglietta a maniche lunghe e pantaloni grigi, ha parlato brevemente soltanto per confermare nome e data di nascita.

Come ha spiegato il pubblico ministero, in seguito alla sua conversione alla fede islamica, Davis aveva adottato il nome di Hamza e tra il 2007 e il 2012, si era recato, talvolta accompagnato dalla moglie Amal el-Wahabi, in Arabia Saudita e negli Emirati. Aveva poi lasciato il Regno Unito per recarsi in Siria soltanto il 28 luglio passando attraverso l'Olanda e la Turchia.

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