Si terrà oggi un nuovo colloquio telefonico tra Giuseppe Conte e Mario Draghi, mentre nella giornata di lunedì i due dovrebbero vedersi di persona a Palazzo Chigi. Lo riferisce l'Adnkronos, secondo cui sarà questo il programma in seguito alle voci che hanno infuocato gli animi e hanno posto più di qualche interrogativo sulla permanenza dei grillini al governo.
Nei giorni scorsi sono circolate voci secondo cui il premier avrebbe telefonato a Beppe Grillo per chiedergli di cacciare l'attuale presidente del M5S. Indiscrezioni smentite da Palazzo Chigi ma che non hanno placato l'ira negli ambienti pentastellati, da cui arriva la spinta per staccare la spina e sfilarsi dalla maggioranza. "Ne parliamo lunedì pomeriggio", risponde Conte a chi gli chiede se il governo sia a rischio o se si fidi ancora del presidente del Consiglio.
Draghi fin da subito aveva provato a gettare acqua sul fuoco, facendo sapere di aver già sentito Conte e di aver avviato un percorso di chiarimento. Il faccia a faccia ha nelle intenzioni quella di riappacificare le posizioni ed evitare uno strappo, anche perché i prossimi appuntamenti in Aula sono delicati e rischiano di far saltare tutto.
Il pressing nel M5S
A esprimersi senza giri di parole è stato Alberto Airola, che sui propri canali social ha raccolto i malumori della base del Movimento e ha posto l'attenzione sul possibile addio all'esecutivo: "Rappresento con forza l'istanza d'uscita da questo governo, voluta fortemente dal nostro Popolo. Le fragole sono marce". Il senatore ha imputato al governo la colpa di "smantellare sistematicamente" gli obiettivi politici grillini.
Dopo il comportamento ambiguo di #Draghi nei cfr di @GiuseppeConteIT , nel mio ruolo di portavoce, non posso che manifestare il mio sostegno a Conte ma, nel contempo, rappresentare con forza l'istanza d'uscita dal governo,voluta fortemente dal nostro Popolo.#LeFragoleSonoMarce
— Alberto Airola (@AlbertoAirola) July 1, 2022
Dopo la tre giorni di Beppe Grillo a Roma si respira ancora un'aria pesante all'interno del Movimento 5 Stelle. C'è una consistente truppa, tra la base e gli eletti, che chiede con forza di prendere in seria considerazione la possibilità di ritirare la delegazione al governo e passare all'opposizione. Anche perché dal M5S si fanno notare quelle che vengono giudicate delle vere e proprie provocazioni politiche: l'attacco al Superbonus 110%, il termovalorizzatore a Roma e la notevole quantità di emendamenti bocciati nelle commissioni e in Aula.
L'appoggio esterno
Soprattutto nelle ultime ore sul tavolo è finita l'opzione appoggio esterno, ma viene assicurato che Conte - nel corso dell'incontro con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella - avrebbe escluso uno scenario del genere. Grillo sarebbe contrario a lasciare l'esecutivo, ma sa bene che il pugno duro sarebbe inevitabile qualora il Movimento non dovesse incidere sull'azione del governo. Tuttavia Draghi ha avvertito che non si accontenterà di un eventuale appoggio esterno: "Questo governo non si fa senza i 5 Stelle".
Appare evidente l'insofferenza dell'elettorato grillino per il sostegno del Movimento al governo.
Come riferito da La Repubblica, nel ventaglio delle opzioni rientra anche una possibile votazione online per far esprimere gli iscritti sulla permanenza o meno in maggioranza. Ma c'è chi fa notare che l'uscita dei 5S potrebbe provocare la fine dell'alleanza con il Partito democratico, una pietra tombale sul fronte giallorosso e sul campo largo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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