
Alle 19 e 15 (locali) il presidente del Consiglio Giorgia Meloni prenderà la parola (in collegamento), a distanza di tre anni dall'ultima volta, al Cpac, la convention dei Repubblicani americani a Washington. Quando in Italia saranno le 13 e 15 il premier e leader di Fdi parlerà al popolo trumpiano. Le opposizioni chiedono che l'intervento di Meloni venga annullato, dopo la polemica sul braccio alzato di Steve Bannon al termine del suo discorso al Cpac. Fonti di Palazzo Chigi però escludono questa ipotesi. La partecipazione è dunque confermata. L'intervento di Meloni cade in una fase delicata sul piano internazionale. Le uscite di Trump su Zelenski e l'accelerazione per la pace in Ucraina hanno imposto a Meloni profilo basso e grande cautela. Linea che il presidente del Consiglio manterrà anche domani alla convention repubblicana. Il discorso è stato messo a punto, dopo un lungo confronto con i consiglieri (più ascoltati): Giovanbattista Fazzolari e Carlo Fidanza (che tra l'altro guida la delegazione Fdi a Washington). Cosa dirà Meloni al popolo di Trump? Sarà un discorso molto politico e identitario. «Stiamo parlando di una convention di parte» precisano fonti vicine alla premier. Sarà un messaggio politico che poggerà sulla difesa dei valori conservatori: famiglia, no al cancel culture, battaglia contro il woke, socialismo e follie green. E soprattutto un richiamo alla libertà, in sintonia con il messaggio rivolto alla conferenza di Monaco da parte del vicepresidente degli Stati Uniti J.D. Vance. Nel testo, che sarà limato all'ultimo istante, entrerà un passaggio sul conflitto in Ucraina. Meloni, che ha difeso la resistenza di Kiev, non rinnegherà la sua posizione. Piuttosto insisterà sulla necessità di coinvolgere Ue e Ucraina al tavolo dei negoziati. «Non ho ragione di ritenere che cambi qualcosa rispetto all'intervento di Giorgia Meloni al Cpac, che sarà come sempre ottimo» dice Antonio Giordano, segretario generale di Ecr e deputato di Fratelli d'Italia, presenta al Cpac. Oggi è in programma anche l'intervento del presidente argentino Javier Milei. Quello di Meloni nella scaletta occupa uno spot di 15 minuti, segue quello di Tom Homan, lo zar dei confini dell'amministrazione Trump, e precede quello conclusivo di Elise Stefanik, l'ambasciatrice designata di Donald Trump per l'Onu. Un antipasto di quella che sarà la traccia del messaggio di Meloni l'ha offerto il co-presidente dei Conservatori al Parlamento Ue, Nicola Procaccini di Fratelli d'Italia, a Londra nel suo primo discorso pubblico in qualità di presidente della New Direction, la fondazione ufficiale dei conservatori europei fondata da Margareth Thatcher: «È giunto il momento di riunire tutti i conservatori sotto un'unica bandiera e di radunarci insieme. Tutti noi crediamo fondamentalmente nella necessità di fermare l'avanzata del socialismo, del wokismo...».
Infine, sul ruolo di Ue e Ucraina nei negoziati per la pace il ministro degli Esteri Antonio Tajani è stato netto: «Noi siamo convinti che ci debba essere una trattativa per la pace, a tre anni dall'inizio della guerra, dove dovranno esserci gli Stati Uniti, la Russia, l'Europa e Kiev, Quindi tutti gli interlocutori principali, non si può fare a meno della presenza europea».
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