
Amoris laetitia. Perché la famiglia è «trama e ordito del maschile e del femminile, nella loro complementarietà». Non era facile succedere a un Papa con l'aureola del santo come Wojtyla e alla roccaforte della sapienza teologica di Ratzinger. Ma ancor più difficile per Papa Francesco è stato non rimanere prigioniero di quella gabbia che gli volevano costruire addosso. Troppa era la voglia del benpensantismo progressista di archiviare al più presto la tetragona costruzione filosofica con cui Benedetto XVI aveva affrontato la missione di pontefice: letteralmente la sua funzione di ponte tra il caduco e l'eterno, il mondano e il divino. Inaccettabili le sue battaglie contro il «pernicioso» virus del relativismo che mina l'uomo, oggi ignaro, come ammoniva Benedetto, che è proprio quella «dittatura che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie», il maggior rischio «per la stessa vita democratica, la quale ha bisogno di fondamenti veri e solidi». Un bastione della teologia eretto da un Papa filosofo di fronte agli assalti di un presente ateo e tecnocrate, impegnato a far tabula rasa per impossessarsi delle anime e dei corpi di un'umanità vista sempre più spesso come mezzo e non come scopo. Realizzando, a Marxismo morto, quel progetto di distruggere Stato, famiglia e religione.
È questa la temperie in cui è sorto il pontificato di Francesco e va detto, a scanso di equivoci, che il suo arruolamento sotto le bandiere del progressismo e di un astratto terzomondismo è andato ben oltre la realtà. E soprattutto le sue reali intenzioni, perché di ben altro spessore e non politicuccia spicciola sono stati il suo amore per gli ultimi, l'opera di riassetto della Curia romana e degli interessi finanziari del Vaticano, l'amore per i preti di strada portati ai vertici della gerarchia e perfino le scelte più esteriori, come vivere a Santa Marta o indossare un anello piscatorio di poco valore.
E a dimostrarlo, ci sono le sue posizioni intransigenti sulla famiglia (solo tradizionale), le coppie omosessuali, il sacerdozio femminile, l'aborto. Parole chiare che, violando la vulgata che la sinistra vuole appiccicargli, hanno avuto ben poco risalto. A cominciare da quando disse che famiglia è quella costruita «con la trama e l'ordito del maschile e del femminile». Uno schiaffone al gender, quando un Pd a caccia di voti scodinzolava dietro al ddl Zan: affermazione forte e proprio per questo ignorata. Con Bergoglio a rimarcare come quella ideologia fosse addirittura contraria al «progetto di Dio». Ma dicendo anche che bisogna «vedere con i propri occhi l'amore di Cristo vivo e presente nell'amore degli sposi». Quelli che «testimoniano con la loro vita concreta che l'amore per sempre è possibile!». Oppure che «in virtù del sacramento del matrimonio, ogni famiglia diventa a tutti gli effetti un bene per la Chiesa». Famiglia e centralità del matrimonio che è sacramento solo se intessuto di maschile e femminile. E gli altri? Nessuna sentenza, a dimostrazione che la dottrina più accogliente è quella che ha fondamenta profonde. E allora apertura a una benedizione per le coppie dello stesso sesso, ma nessuna possibilità di matrimonio. Arrivando a dire che «essere gay non è un peccato, è immorale l'atto omosessuale»; dovendo poi aggiungere, «così come gli altri atti fuori dal matrimonio». Una condanna perfino del sesso non coniugale. Durissimo, invece, e folcloristico solo nel linguaggio l'attacco di Bergoglio alla omosessualità nella Chiesa, dicendo una volta che «c'è troppa frociaggine» e ripetendo una seconda che «in Vaticano c'è aria di frociaggine». Immaginate cosa sarebbe successo se a dirlo fosse stato Benedetto XVI, quello che con disprezzo venne accolto come il Pastore tedesco a veste bianca appena indossata.
Nessuna indulgenza di Papa Francesco nemmeno sull'aborto, definito senza perifrasi «un omicidio» e diventando addirittura offensivo quando aggiunse che «i medici che si prestano a questo sono, permettetemi la parola, sicari». Progressista dunque Papa Francesco, ma con le radici ben affondate nella Dottrina.
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