"Fascista". Paola Turci si scaglia contro il senatore leghista

Per un tweet di apprezzamento ai giocatori che hanno rifiutato di indossare il logo del gay pride, Paola Turci ha duramente attaccato Pillon

"Fascista". Paola Turci si scaglia contro il senatore leghista

Libertà di scelta e di pensiero non sono solitamente ben accolti a sinistra, soprattutto quando portano a ragionamenti ed espressioni lontani dal loro mondo e dalla loro ideologia. Ha fatto notizia la scelta di un gruppo di giocatori di baseball di Tampa che si è opposta all'applicazione delle toppe rainbow del gay pride locale sulle loro divise di gara. Tantissime le critiche piovute addosso agli atleti, che non hanno fatto altro che esercitare un loro diritto nel rispetto delle loro convinzioni religiose. Condivisibile o meno, si tratta di una decisione personale. Simone Pillon, senatore Lega, ha commentato favorevolmente la notizia sui suoi canali social ma di tutta risposta è stato tacciato di fascismo dalla cantante Paola Turci.

"Onore ai giocatori di baseball di Tampa che hanno rifiutato di indossare il logo del gay pride in nome della loro fede cristiana. L'ideologia lgbt è radicalmente contro la fede, come dimostrano le sfilate blasfeme di questi giorni. Opporsi all'agenda gay è un gesto di fede", ha scritto Simone Pillon, con in allegato una scheda in cui lo stesso pensiero è stato implementato da ulteriori riflessioni da parte dell'esponente leghista, che ha aggiunto: "Senza odiare o disprezzare nessuno ma fedeli alla verità".

Parole che non sono piaciute alla cantante, che di tutta risposta ha ripreso il post di Simone Pillon commentando: "Quanto è poco cristiano (e molto fascista) tutto questo, manifesto compreso". Lo schema è sempre lo stesso: tutto ciò che si trova al di fuori dei paletti stabiliti (e imposti) dalla sinistra e dai radical chic diventa automaticamente di stampo fascista e, infatti, qualcuno si azzarda a replicare alla cantante: "Si chiama democrazia".

Tra i tanti commenti che attaccano l'esponente leghista, si trova anche qualcuno che prova a fare un ragionamento di buon senso ma che, come spesso accade, viene ignorato: "Se è senz'altro doveroso rispettare e non discriminare nessuno per l'orientamento sessuale - che è un aspetto della personalità dell'individuo -, ci si può opporre a certe manifestazioni che debordano dalle

buone intenzioni e finiscono per urtare la sensibilità". A tal proposito, durante i gay pride sono spesso state utilizzate immagini sacre al limite della blasfemia, giustificate come provocazioni, che hanno infastidito i credenti.

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