La presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati, nel tradizionale incontro con la stampa, ha criticato duramente il governo Conte per la gestione dell'emergenza Covid. È una notizia in sé, ma lo è ancora di più perché stiamo parlando della seconda carica dello Stato dopo il presidente Mattarella, il quale certamente non ha appreso la cosa dalle agenzie ma, conoscendo come funzionano le cose da quelle parti, era stato precedentemente informato e non ha opposto obiezioni. Non vado quindi troppo lontano dalla verità dicendo che la critica della Casellati è condivisa dal Quirinale e suona come un avviso di sfratto all'attuale premier.
A memoria non ricordo un precedente di un presidente del Senato che apertamente si schiera contro l'esecutivo in carica e il silenzio di Palazzo Chigi sulle parole della Casellati è la dimostrazione di quanto difficile sia la situazione per Conte e la sua traballante maggioranza. Come già era evidente e logico, Renzi non sta tirando la coda da solo, è il grimaldello di un accordo ben più ampio di quello che oggi appare, per mettere Conte alle strette e innescare una crisi che porti a un cambio di governo con il consenso di una larga parte del Pd.
Chi sostiene che Renzi si stia comportando da mascalzone dimentica, o finge di non ricordare, che questo governo nasce per una sua iniziativa, forse addirittura una sua intuizione. Renzi non è stato cooptato, è stato l'innesco dell'attuale maggioranza e chi si è illuso di relegarlo a un ruolo marginale oggi deve fare i conti con la realtà: Renzi non sarà mai un comprimario, potrà anche morire ma non da gregario.
Di quale piano Renzi sia parte lo scopriremo nelle prossime settimane. Un governo Draghi? Può essere, l'ex governatore della Bce non fa nulla per smentirlo e il suo silenzio, ci sbaglieremo, suona come una conferma di questa ipotesi.
C'è vita, insomma, oltre a Conte e a un governo ormai prigioniero delle sue contraddizioni.
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