La Fiat 500 ibrida riaccende Mirafiori

Imparato (Stellantis): "Arriveremo a produrne 130mila. Non voglio la Cig a vita"

La Fiat 500 ibrida riaccende Mirafiori
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«A novembre ci sarà la Fiat 500 ibrida a Mirafiori. Arriveremo a produrre 130mila auto. Questo ci permette di risolvere i problemi dello stabilimento, non voglio che i lavoratori passino la vita in cassa integrazione». La rassicurazione sul rilancio del polo industriale torinese è di Jean-Philippe Imparato (in foto), responsabile europeo di Stellantis. E il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, da parte sua, avverte lo stato maggiore del gruppo al cui vertice siede John Elkann: «Stellantis ha di recente rinnovato alcuni impegni. Sono certa che vigileremo insieme affinché vengano rispettati senza pregiudizi, ma senza favoritismi perché questo è l'approccio che una politica seria ha nei confronti delle imprese che operano in Italia».

Un botta e risposta a distanza - e del tutto casuale - quello tra Imparato, che ha parlato al convegno sui temi automotive organizzato da Forza Italia, al Mauto di Torino, e il premier Meloni, intervenuta al congresso di Azione, che si è soffermata sulle problematiche del settore. Imparato, che conosce bene l'Italia, avendo guidato in passato la filiale Citroën nel nostro Paese e, una volta nata Stellantis, il marchio Alfa Romeo, ha voluto dare alla platea un'ulteriore rassicurazione, mostrando al pubblico la piantina della Penisola con le missioni dei singoli impianti. «Questo piano lo porto sempre con me», ha voluto precisare e il pubblico in sala ha apprezzato. Dalle parole, però, ora si deve passare ai fatti concreti e il tempo stringe.

Guardando a Mirafiori, dove tra 500 elettrica, soprattutto, e le due sportive di Maserati, nel 2024 sono state prodotte solo 25.920 vetture rispetto alle quasi 86mila del 2023, il riposizionamento della fabbrica simbolo di Torino deve avvenire il più rapidamente possibile. E la 500 ibrida, prodotta con successo in precedenza a Tychy (Polonia), potrebbe dare il via a una svolta positiva, sposando infatti la domanda del mercato verso questo tipo di motorizzazione.

Il commento di Ferdinando Uliano, segretario generale Fim-Cisl, rispetto alle dichiarazioni di Imparato: «L'augurio del sindacato è che finalmente si ponga fine alla cassa integrazione a Mirafiori anche se, per quanto ci riguarda, rimane il nodo da sciogliere di Maserati la cui linea è sottoutilizzata. Il marchio del Tridente è un simbolo dell'Italia e i precedenti piani di Stellantis vi avevano sempre posto l'accento in maniera importante come volumi e margini. Invece... ».

A Torino si è discusso anche di problemi geopolitici e scenari internazionali, come «il riarmo che nulla ci azzecca con il rilancio del settore automotive», le parole del ministro alla Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo. «L'automotive - ha aggiunto - è fondamentale per l'economia non soltanto del nostro Paese, ma di tutto il continente». E il suo collega all'Ambiente e alla Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin: «La sfida che si sta vivendo sul fronte dell'elettrico e dei dazi con gli Usa mette a dura prova il nostro sistema produttivo. Insistere sull'elettrico è stato un grande errore. L'Europa deve tutelare le proprie produzioni. La storia dell'automotive italiano è Torino e il Piemonte». «Sergio Marchionne - così Claudia Porchietto (Attività Produttive e tutela delle Imprese di Forza Italia) - aveva capito che la transizione ecologica non potrà essere solo l'elettrico, perché dobbiamo tutelare le nostre imprese e fare un percorso sulla neutralità tecnologica. Forza Italia, in Europa, ha lavorato su questo e sta continuando a farlo».

Infine, da Alfredo Altavilla, ex braccio destro di Marchionne in Fiat e Fca, ora special advisor del

colosso cinese Byd per l'Europa, un nuovo invito affinché si collabori con Pechino a livello industriale: «Può essere un aiuto per tutti allo scopo di offrire tecnologie e prodotti in linea con i desiderata dei consumatori».

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