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Fico si decide sul green pass, ma i tamponi ai deputati li paga un fondo

La Camera dei deputati prevede il green pass. Ma i tamponi ai deputati verranno coperti da un fondo di previdenza. Fico e la doppia linea grillina

Fico si decide sul green pass, ma i tamponi ai deputati li paga un fondo
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L'attesa è finita: pure la Camera dei deputati presieduta da Roberto Fico si dota dell'obbligatorietà del green pass, con tutto quello che la regola comporta in termini di limiti d'ingresso per chi è sprovvisto di "certificato verde".

Solo che le polemiche per il doppiopesismo tra il dentro ed il fuori dei palazzi sembrano destinate a continuare nel tempo. Del resto, quando le questioni riguardano o sfiorano l'impronta grillina, accade spesso.

Sì, perché pare proprio sia stato previsto che il costo dei tamponi venga coperto da un fondo di solidarietà. Per essere più esaustivi: trattasi di una copertura che interessa i contributi dei parlamentari. Soldi riconducibili in via indiretta ai cittadini.

Il presidente Roberto Fico è stato chiamato in causa sul tema da qualche settimana a questa parte. Già nel corso dell'estate, la terza carica dello Stato sembrava voler tergiversare in materia. Il pentastellato, in sintesi, sembrava contrario all'estensione del green pass pure per l'Aula che presiede. Di tempo, da quando la questione è stata posta, ne è trascorso.

Sarebbe stato insolito e forse inopportuno, però, obbligare l'esterno ad una regola non tenuta in considerazione dall'interno dei palazzi. Qualche giorno fa, è arrivata la più classica delle rivoluzioni copernicane: "C'è un principio che rivendico dal primo momento in cui sono stato eletto Presidente della Camera: quello che vale per i cittadini vale allo stesso modo per i deputati. Non c'è stato e non ci sarà spazio per nessun trattamento privilegiato", ha fatto presente Roberto Fico. Ieri, la conferma definitiva del nuovo andazzo, dopo l'interpellanza di Fico ai questori, con riunione annessa.

Tutto è bene quel che finisce bene, insomma. Ma sino ad un certo punto. Stando a quanto ripercorso dall'edizione odierna di Libero, del resto, i deputati dubbiosi sul vaccino o comunque coloro che non posseggono o non possono possdere i requisiti per ottenere il green pass in altro modo avranno la possibilità di effettuare tamponi garantiti dal punto di vista economico dal fondo di cui sopra.

Una fattispecie su cui l'esterno, appunto, non può contare. Dunque, quel che "vale per i cittadini" non varrebbe affatto "allo stesso modo per i deputati". Poco da dire. Capiamoci: non scandalizza che i parlamentari abbiano qualche "privilegio", almeno non noi.

A stupire, semmai, è che la particolarità del fondo, che così diviene utile pure per i tamponi, non sia stata notata e combattutta dagli apritori delle scatolette di tonno. Ma ormai siamo abituati ad un certo doppiopesismo in salsa pentastellata. La distanza tra le dichiarazioni d'intenti e quello che succede, per esempio.

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