La casa degli orrori era una casa popolare in un quartiere di Rosolini, nel Siracusano. È lì che viveva il piccolo Evan, 21 mesi, massacrato di botte dalla madre e dal suo convivente. Il suo corpicino era straziato, pieno di ecchimosi, quando è arrivato lunedì pomeriggio privo di vita con un'ambulanza del 118 al pronto soccorso dell'ospedale Maggiore di Modica. Con lui c'era la mamma. Le persone in attesa del proprio turno parlano di qualcosa di «sconvolgente». Il medico che l'ha visto per primo ha notato subito i segni sul collo e i tanti lividi palesemente provocati da delle percosse subite da poco, ma probabilmente anche pregresse. Il personale sanitario, rimasto senza parole, ha subito intuito che il piccolo fosse stato picchiato a morte. Medici e operatori del nosocomio si sono scambiati solo uno sguardo, consapevoli del fatto che di lì a breve avrebbero allertato la polizia del commissariato di Modica, e hanno iniziato a tentare l'impossibile. Hanno praticato sul corpicino un massaggio cardio-polmonare per 30 minuti. Ma Evan era già morto. Massacrato.
«Qualcosa di raccapricciante, ecco cosa ho visto. Non ho parole», commenta un operatore del nosocomio. Le ecchimosi alla testa, al collo e al torace parlano chiaro e raccontano l'orrore indicibile di violenze subite dal bambino in quella casa in cui doveva trovare conforto tra le braccia della madre. Invece pare che lei tante volte uscisse lasciandolo al compagno, che non è il padre del piccolo, ed è stata lei lunedì a urlare attirando l'attenzione di una vicina che si è trovata davanti Evan in condizioni tremende e ha chiamato il 118. È stata una corsa disperata contro il tempo, ma per il bambino non c'è stato nulla da fare. Ad aggiungere orrore su orrore sono state le indagini lampo effettuate dalla polizia del commissariato di Modica, che continua a indagare sulla vicenda. Le indagini, infatti, hanno fatto emergere un quadro terrificante. A finire in manette per omicidio volontario e maltrattamenti in famiglia non è stato soltanto il convivente della madre di Evan, il 32enne Salvatore Blanco, di Noto, ma anche la madre, la 23enne Letizia Spatola, che lo aveva avuto da una precedente relazione con un uomo che ora lavora fuori dalla Sicilia e che, informato della tragedia, sta facendo rientro nel Siracusano. Pare che i nonni paterni avessero denunciato ai servizi sociali lo stato di degrado in cui viveva il nipotino. Sul corpicino di Evan sarà effettuata presto l'autopsia come disposto dalla procura di Siracusa, che ha aperto un'inchiesta.
L'esame autoptico non chiarirà solo le cause effettive della morte, ma anche da quanto tempo il piccolo subisse violenze inaudite. Gli inquirenti, che dovranno ricostruire cosa sia accaduto lunedì pomeriggio, cosa abbia scatenato la furia che ha portato Evan a una così orribile morte prematura, parlano di «brutali percosse» subite dal piccolo.
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