Filippo ucciso a coltellate sotto casa. "Abbiamo visto qualcuno scappare"

Vittima un 25enne, movente ignoto. Il racconto dei testimoni

Filippo ucciso a coltellate sotto casa. "Abbiamo visto qualcuno scappare"

Ucciso con una serie di coltellate alla schiena. Filippo Felici (nel tondo), 25 anni ancora da compiere, ha trovato la morte nella notte tra martedì e mercoledì in via Publio Rutilio Rufo, nel quartiere Cinecittà, a Roma.

Il ragazzo, che aveva piccoli precedenti, probabilmente è finito in un agguato, ma tutte le ipotesi al momento sono possibili e la squadra mobile indaga a 360 gradi. «C'è un uomo a terra correte» è la telefonata arrivata alle due al 112 da una donna, che ha segnalato un ferito a terra. Le volanti sono arrivate in pochi minuti insieme al personale del 118, ma per Filippo non c'era nulla da fare. Il giovane abitava a poca distanza da dove è stato aggredito ed era conosciuto nel quartiere come un ragazzo tranquillo, con un'innata passione per musica.

Gli investigatori, coordinati dalla Procura, non escludono alcuna pista e ieri per tutta la giornata hanno ascoltato diversi testimoni, a cominciare da chi ha assicurato di «aver visto scappare alcune persone». Sentiti anche i parenti e alcuni amici per capire se avesse un appuntamento. Il ragazzo aveva alcuni precedenti, ma gli inquirenti non escludono che l'accoltellamento possa essere avvenuto per questioni diverse, magari nel corso di un tentativo di rapina. Non è chiaro se Filippo stesse cercando di mettersi in salvo dandosi alla fuga o si trovava lì in attesa di qualcuno. Risposte in tal senso potrebbero arrivare dall'analisi delle telecamere presenti in zona, che potrebbero aver ripreso gli ultimi istanti di vita del 24enne o gli autori del delitto.

Il pm titolare del fascicolo disporrà anche l'analisi del suo telefonino per verificare i contatti avuti nelle ore precedenti la morte. L'autopsia è stata affidata agli specialisti dell'istituto di medicina legale di Tor Vergata e servirà a capire anche se la vittima abbia cercato in qualche modo di difendersi prima di morire.

Ieri, invece, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Frascati e della Compagnia di Anzio hanno arrestato un 35enne italiano indiziato dell'omicidio di Naomi (all'anagrafe Alejandro Daniel Cabral) transessuale di origini argentine trovata nuda e senza vita in una camera d'albergo in via delle Pinete ad Ardea, il 5 ottobre scorso. Era stata strangolata o soffocata durante un rapporto sessuale e l'evento destò parecchio scalpore, date le circostanze sospette nelle quali fu rinvenuto il cadavere.

Lo stile di vita della vittima, ha reso particolarmente complicata l'attività d'indagine, a causa della totale assenza di legami stabili con altre persone del territorio. Nonostante questo, in soli venti giorni i militari hanno ricostruito sue ultime ore, sapendo che si prostituiva proprio in quella zona dove è stata uccisa. I carabinieri si sono concentrati sui suoi ultimi contatti telefonici e sulle persone che l'hanno incontrata poche ore prima del tragico epilogo.

E sono arrivati al 35enne romano, cliente della transgender ed ultima persona ad averla incontrata prima del rinvenimento del cadavere, scoperto da una sua amica. L'uomo è stato immortalato anche dal sistema di videosorveglianza mentre entrava nella camera dell'albergo con la sudamericana.

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