Ultime notizie dal Covid: finisce oggi l'epoca del Gau: il Grande alibi universale.
Tu che dicevi di essere orfano del cinema, notoriamente presi d'assalto fino ai primi di marzo del 2020, spegnerai Netflix e ti accomoderai, buio in sala?
Tu che hai passato mesi a sbraitare contro l'oltraggio alla cultura («si pensa ai parrucchieri e non ai musei!») sei pronto a cadere vittima della sindrome di Stendhal davanti alle opere di quell'artista pseudorealista così abituato ai bagni di folla?
E tu, sì, tu, andrai finalmente a mangiare in quel bistellato in cui non hai mai messo mai piede perché «centotrenta euro per una cena sono troppi e finisce che esci e hai pure fame»?
E tu che su Tinder hai tacchinato quella ragazza di Treviso nemmeno tanto bella che tanto non si poteva viaggiare e ti sei sbilanciato ché tanto non costava nulla, l'andrai finalmente a trovare come hai promesso decine di volte? E tu, ragazza, che al contrario hai dato spago un po' per noia e un po' per sentirti ancora figa a quel tizio che scalpitava per incontrarti malgrado i divieti, ora che il Viminale non ha più nulla in contrario al vostro amore, come te la caverai?
Diciamocelo: il lockdown in versione hard (di un anno fa) e soft (degli ultimi mesi), è stato una gran rottura, ma ci ha fatto pure un po' comodo. Ci ha permesso di costruire vite che non esistevano, di fantasticare su diritti che quando li
avevamo a portata di mano non ci siamo mai sognati di spiegazzare, ci ha permesso di fare un comodo make-up alla nostra personalità: abbiamo passato le giornate in pigiama, indossato la stessa maglia per tre giorni di fila, favoleggiando un red
carpet su cui nessuno ci aveva invitato e prima e ci inviterà dopo. Benvenuti nella nuova normalità, quella in cui tra le tante libertà riacquisteremo anche quella di ritrovarci i soliti pigri, mediocri e stronzi di prima.
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