Arriva la rivisitazione del sistema delle sanzioni tributarie, il nuovo tassello della riforma fiscale che il viceministro dell'Economia Maurizio Leo sta ultimando in vista del prossimo Consiglio dei ministri. Sono in corso le «ultime limature», ha dichiarato Leo spiegando che si interverrà «in linea con quanto previsto dalla delega, sulla proporzionalità delle sanzioni amministrative» ma anche su quelle «penali, per fare chiarezza ad esempio su crediti non spettanti o inesistenti».
Leo ripete da tempo la necessità di correggere l'attuale sistema, che ha sanzioni da esproprio, come nel caso dell'Iva dove si va dal 120 al 240%. Un'urgenza indicata anche dalla Corte costituzionale, ha ricordato il viceministro, che ha messo nero su bianco la necessità che le sanzioni tributarie siano «proporzionate». L'obiettivo di Leo è riportarle al livello europeo, arrivando al massimo al 60%, escluse però frodi e truffe.
Nel decreto dovrebbe comparire, in linea con i principi della delega, anche l'esclusione della punibilità per omesso versamento delle imposte per chi ha avuto difficoltà finanziarie, a patto che rateizzi e saldi il dovuto. Sul fronte delle sanzioni penali la linea è quella di «arrivare ad una sorta di reductio ad unum che consenta l'armonizzazione del profilo sanzionatorio fiscale con quello sanzionatorio penale, evitando la duplicazione delle sanzioni», spiegava nei giorni scorsi il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, indicando il cambio di passo.
Il nuovo provvedimento è il nono decreto attuativo della riforma, che procede a ritmo spedito con l'obiettivo ambizioso del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti di concludere la riscrittura del sistema fiscale «entro la primavera». Dopo questo decreto, lo step successivo, già indicato da Leo, dovrebbe essere quello sulla riscossione. Poi toccherà al capitolo dei tributi, legato però al nodo delle coperture finanziarie. Un altro cantiere aperto è infine quello della rateizzazione dei tributi per le partite Iva.
«Si lavora a rendere strutturale la rateizzazione», introdotta sperimentalmente per le partite Iva fino a 170mila euro (per pagare il saldo di novembre in 5 rate da gennaio a maggio), aprendola a tutte le attività indipendentemente dal livello di fatturato.
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