È flop anche sul turismo: quanti fallimenti sui bonus

Sui 2,4 miliardi stanziati, arrivati solo 200 milioni. Solinas: "Sardegna danneggiata, chiederò i danni"

È flop anche sul turismo: quanti fallimenti sui bonus

La potenza di fuoco annunciata da Giuseppe Conte e reiterata nei diversi decreti che si sono succeduti da marzo scorso a luglio, per dare ossigeno alle famiglie e alle imprese italiane, si è tradotta in un mero fuoco di paglia. Una débâcle gestionale e politica su tutta la linea che si è concretizzata in qualche decina di migliaia di euro per le aziende e in qualche centinaio di euro per le famiglie. Nulla di più. Il governo dei bonus e dei sussidi non è riuscito neppure a dare risposte a medio e corto raggio. A ben guardare, dei 5 miliardi messi a disposizioni per le imprese ne è stato erogato soltanto uno: le altre richieste sono rimaste al palo. E dei 2,4 miliardi stanziati per il bonus vacanze, gli italiani ne hanno usufruito solo per 200 milioni. Tant'è che il resto del fondo viene reclamato a dovere dalle stesse realtà turistiche per assegnarlo direttamente al rilancio delle imprese. E a proposito di turismo, il governatore della Sardegna Christian Solinas ha annunciato che chiederà il danno d'immagine per l'Isola dopo la campagna legata al boom di contagi da coronavirus.

Ma torniamo al flop dei bonus. «Appena l'8% è giunto nelle casse di albergatori e stabilimenti balneari. Troppo poco - afferma la presidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli - per rimettere in moto l'intero settore. Dal momento della sua introduzione avremmo preferito che il governo avesse utilizzato queste risorse come cassa per le aziende sotto forma di sgravi fiscali e aiuti a fondo perduto. Non siamo stati ascoltati, ma ora ci auguriamo che si lavori in questa direzione per allocare le somme in avanzo direttamente alle imprese turistiche che continuano a trovarsi in forte sofferenza». E conferma il fallimento annunciato anche il senatore leghista Gian Marco Centinaio che aggiunge: «Complicazioni burocratiche, imposizione dell'anticipo dei soldi da parte delle strutture, limiti al reddito, difficoltà di accesso sono solo alcune delle assurdità concepite dal governo per far fallire il bonus. Ribadiamo quanto sosteniamo da sempre: alle imprese del turismo danneggiate dal lockdown servono risorse a fondo perduto ben più consistenti dei 6 miliardi stanziati dal decreto Rilancio. A parte la buona volontà del successivo decreto Liquidità incalza Centinaio la concretezza è mancata completamente. E senza aiuti le imprese vengono affossate». Posizione analoga da parte di Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera: «Un vero e proprio flop, un mancato supporto per tante imprese in crisi e per un comparto che vale il 13% del Pil. Ci sarà tempo fino al 31 dicembre per usare il bonus dice -, ma è facile prevedere un trend negativo». E anche per la Gelmini l'unica strategia è quella di erogare i 2,2 miliardi di euro direttamente ad alberghi, camping e stabilimenti balneari per il rilancio dell'intera filiera. Già, perché scendendo nel dettaglio dello stesso decreto Liquidità, a 150 giorni dall'entrata in vigore del provvedimento viene fuori senza ombra di dubbio il fallimento delle modalità e dei vincoli per garantire i finanziamenti. Su 823mila domande presentate dagli istituti di credito al Fondo di garanzia sarebbe stata richiesta la movimentazione di 51,3 miliardi di euro complessivi, con 715mila domande che però riguardano aiuti solo fino a 30 mila euro. Pari a 14 miliardi di finanziamenti richiesti. Altre 46mila domande hanno riguardato le richieste di prestiti fino a 25mila euro da parte di liberi professionisti, lavoratori autonomi e piccole medie imprese. Tutte pervenute al Fondo di garanzia del Mediocredito centrale. Quanto invece alle domande presentate dalle piccole aziende interessate al micro prestito anche in questo caso l'incidenza non toccherebbe la soglia del 6%.

Tuttavia già a partire dalla metà di settembre i dati a disposizione potrebbero cambiare in quanto parecchie domande, quasi 250mila da quanto emerge in termini di realtà stimate, sembra siano ancora ferme agli sportelli bancari per via di ritardi dovuti alla gestione rallentata per l'emergenza Covid e ancora irrisolta.

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