Elly Schlein quando non sa cosa dire ha il buon gusto di glissare. I suoi «compagni» europei preferiscono straparlare. Ma l'assalto dell'«internazionale» socialista al governo di Meloni non regala ottimi risultati. Anche perché il doppio, sguaiato affondo tentato da Stéphane Sejourne, presidente del partito macronista Renaissance, e poi da Yolanda Díaz, vicepremier e ministro del Lavoro nel governo socialista di Pedro Sánchez finisce con l'evidenziare la sgrammaticature politiche di una sinistra che oltre ad ignorare le questioni italiane calpesta le regole del dibattito politico.
Partiamo dalla Francia dove attaccare il governo italiano è l'ultima consolazione di un esecutivo angosciato dalla crescita di Marine Le Pen. «Meloni - dichiara il capo del partito di Macron al quotidiano Le Figaro - fa tanta demagogia sull'immigrazione clandestina, la sua politica è ingiusta, disumana e inefficace». Ma il primo a non crederci è il quotidiano francese che, fin dal titolo, evidenzia il tentativo di usare Giorgia Meloni «come uno spauracchio anti-Le Pen». Sul fronte iberico non va meglio. Lì la nostalgica comunista Yolanda Diaz si lancia in uno sgangherato assalto all'arma bianca al governo italiano colpevole, viste le correzioni al reddito di cittadinanza, di «governare contro lavoratori e lavoratrici» e voler tornare ai «contratti spazzatura». Le difese dei migranti da parte del capo di Renaissance e dei lavoratori italiani da parte della «pasionaria» spagnola hanno ragioni tutt'altro che ideali. Entrambe sono figlie della paura e della debolezza dei rispettivi schieramenti. Quello francese teme non tanto la capacità del governo Meloni d'ispirare un'estrema destra francese quanto quella di ribaltare gli assetti della politica europea in vista del voto europeo del prossimo anno. Quello spagnolo guarda invece con timore alle elezioni regionali del 28 maggio e, ancor di più a quelle del prossimo autunno quando, stando ai sondaggi, i conservatori del Partito popolare hanno ottime possibilità di tornare al potere. Yolanda Díaz «è terrorizzata- replica l'eurodeputato di FdI Nicola Procaccini - dall'idea che il centrodestra possa unirsi anche in Spagna e vincere le elezioni del prossimo autunno». Ma dal fronte italiano le reazioni più dure riguardano Sejourne. «Evidentemente - hanno qualche questione interna da risolvere.Hanno un problema di tenuta del consenso da affrontare e usano altri governi per regolare fatti interni.. non mi sembra una cosa ideale sul piano della politica e del galateo» - sottolinea da Praga la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni evidenziando la sgrammaticatura politica di Sejourne. «Toni inaccettabili e offensivi. La Francia non può dare lezioni a nessuno» scrive su twitter Matteo Salvini. E una vera levata di scudi arriva dagli esponenti di FdI. «Nel partito di Macron hanno tanti problemi che pensano di risolvere 'distraendo' l'opinione pubblica francese con una 'baruffa' comunicativa con l'Italia» - commenta il ministro dell'Agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida.
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari sottolinea invece le contraddizioni di una Francia che dopo averci chiesto per anni politiche più permissive chiede ora all'Italia di fermare «l'immigrazione illegale di massa».
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