La Francia fa il pieno nel piano per la Difesa: 5 membri transalpini

Le mosse per orientare l'industria bellica. L'Italia presenta emendamenti

La Francia fa il pieno nel piano per la Difesa: 5 membri transalpini
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Si scrive Difesa Europea ma si legge Difesa Francese. Perché da tempo, come abbiamo anticipato sul Giornale di ieri, Parigi gioca una partita, che è appena entrata nel vivo viste le contromosse italiane (oltre 1400 emendamenti presentati solamente nelle ultime ore), per cercare di accaparrarsi l'industria della Difesa del Vecchio Continente.

Attualmente sono due le commissioni con titolarità piena (particolare da non sottovalutare) che si occupano di Edip (European Defence Industry Programme): Industria (Itre) e Difesa & Spazio (Sede). Una prima stranezza perché di solito è presente una sola commissione che decide, mentre le altre hanno il solo scopo di fornire opinioni. Così però non è in questo caso perché, dopo un braccio di ferro tra Partito Popolare e Socialisti, si è voluto sdoppiare le commissioni. Il problema è che questo accordo è stato per ora sfruttato unicamente dalla Francia, che ha piazzato i suoi rappresentanti (uno popolare e l'altro socialista) alla guida di Edip. Su quattordici membri, inoltre, cinque sono francesi: i due correlatori (Bellamy François-Xavier e Glucksmann Raphaël, nelle prime due foto da sinistra), che danno le carte, e anche i tre «relatori ombra» (Thionnet Pierre-Romain, Loiseau Nathalie e Knafo Sarah, nella terza foto), che appartengono a tutti i partiti dell'arco costituzionale: Patrioti, Renew, Verdi. La Francia prima di tutto, quindi. Anche perché i numeri non mentono. Alla Germania sono stati dati tre rappresentanti mentre a tutti gli altri Paesi membri (Italia, Grecia, Paesi Bassi, Lituania, Lettonia e Belgio) solamente uno.

Ma non solo. Sfruttando la procedura d'urgenza Parigi è riuscita ad accorciare i tempi di discussione e, quindi, anche la capacità di intervenire da parte degli altri Paesi. Perché la partita economica sul tavolo è grande. Ed Emmanuel Macron non vuole lasciarsela scappare. Sono proprio i membri di Edip che appartengono a queste due commissioni a decidere i criteri, l'inquadramento, le modalità organizzative, cioè la governance, degli 800 miliardi che Ursula von der Leyen ha annunciato di voler investire. E la Francia, almeno per il momento, ha saputo giocare d'anticipo perché il programma Edip è stato abbozzato all'inizio di questo mandato della Commissione. Già lo scorso luglio, si sapeva che si sarebbe discusso il programma successivo a Edirpa (European Defence Industry Reinforcement through common Procurement Act) che, insieme ad Asap (Act in Support of Ammunition Production), ha permesso all'Ucraina di avere aiuti in strumentazioni militari da parte dell'Europa. Oggi, gli armamenti del Vecchio Continente scarseggiano ed è quindi necessario organizzare il loro ripristino. È per questo motivo che nella prima Commissione von der Leyen non era presente un commissario alla Difesa mentre oggi sì e che Difesa e spazio, da sottocommissione non strutturale che era, è stata elevata al rango di commissione. Il nuovo programma europeo, nonostante l'enorme investimento annunciato dalla von der Leyen, non ha però ancora un budget definito e definitivo perché ogni programma necessiterà di un finanziamento ad hoc. Quella della presidente è stata infatti una accelerazione politica che ha prestato il fianco ai francesi per cercare di portare avanti i propri interessi.

Certo, sono cambiati i tempi e la guerra in Ucraina ha stravolto la geopolitica mondiale, svuotando i nostri arsenali. Ma non è assecondando i desideri da grandeur della Francia (e soprattutto di chi la governa oggi) che si difende veramente il Vecchio continente.

Commenti
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Avatar di vinvince vinvince
27 Mar - 13:30
…. pessima notizia, spero che l’Italia non firmi niente e non si impegni in nulla …
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Avatar di deradler deradler
27 Mar - 10:18
Abbiamo tutti gli interessi a sfilarci da questa follia, come ha fatto l'Ungheria (che geograficamente è appiccicata alla Federazione Russa ma, evidentemente, è meno strabica rispetto agli altri gonzi europei, tanto da vedere CHI è veramente una minaccia e chi no).

Questa frenesia e bramosità di riarmarsi è una palese mossa della disperazione di un personaggio politicamente finito che guida un partito senza consensi in un paese con diversi settori industriali alla canna del gas, che ha trovato sponda in Germania da parte di sodali nelle stesse condizioni. Hanno abdicato a tutti i valori di pace e concordia per salvare la loro poltrone!
Avatar di gccalderaro gccalderaro
27 Mar - 11:02
!400 emendamenti per fare cosa ? Se una commissione di tale potere, formata da 14 menbri, ne conta 8 fra francesi e tedeschi in primis mi chiedo dov'erano gli altri quando l'hanno nominata; poi com'è possibile che 800 miliardi, cui tutti e 27 i paesi contribuiscono, vengano gestiti da soli due Paesi; terzo, al posto degli emendamenti mi aspetto che oggi a Parigi chi ci rappresenta dica chiaro e tondo che l'Italia non è disponibile nè a fare regali nè a fornire a francesi e tedeschi la chiave per decidere anche la nostra politica estera.
Avatar di PASQUALE PUNTILLO PASQUALE PUNTILLO
27 Mar - 11:19
Continuate ad insistere con articolo fuorviante l'Italia ha tutto da guadagnare perché le industrie italiane da Leonardo a Fincantieri sono tra le poche industrie europee capaci di soddisfare qualsiasi esigenza dalle portaerei i sottomarini dagli aerei agli elicotteri dai blindati ai carria rmati e in campo missilistico produciamo uno dei migliori sistemi di difesa utilizzato sia in campo terrestre che navale.
Avatar di Smax Smax
27 Mar - 12:51
Declassati a livello della Lettonia ma siamo contribuenti netti. L’italia nella ue conta meno di zero. Deve solo pagare. Come sempre tutto nell’interesse franco tedesco. Tiriamoci fuori.
Avatar di vinvince vinvince
27 Mar - 13:30
…. pessima notizia, spero che l’Italia non firmi niente e non si impegni in nulla …
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