Il presidente e leader storico del partito islamico tunisino Ennahdha, Rached Ghannouchi (nella foto), è stato arrestato ieri sera su ordine della procura antiterrorismo. Ghannouchi, 82 anni, era da tempo nel mirino del presidente Kais Saied tanto che il 25 luglio 2021, Saied decise di sospendere i lavori del parlamento presieduto da lui.
L'arresto del leader dell'islam politico rende ancora più marcata la svolta accentratrice e iper presidenzialista di Saied sancita dalla nuova Costituzione approvata con un referendum nel luglio scorso e ancora più instabile un Paese chiave per l'emergenza migranti che riguarda anche l'Italia. È infatti dalle coste tunisine che partono la maggior parte dei profughi sulla rotta del Mediterraneo centrale che ha il nostro Paese come punto di arrivo e che rischiano di aumentare in caso di problemi in Tunisia. Ghannouchi sarà interrogato sul contenuto di un video diffuso in rete alcuni giorni fa, mentre insieme ad alcuni membri del Fronte di Salvezza nazionale, principale coalizione di opposizione al presidente Saied, affermava che «la Tunisia senza islam politico è un progetto di guerra civile». Parole che avevano scatenato dure reazioni che hanno portato gli inquirenti ad agire in fretta, anche in base alla legge antiterrorismo. In Tunisia vige lo stato di emergenza oltre a una legge anti fake news che prevede il carcere fino a 5 anni per chi diffonde notizie false al fine di «minare i diritti degli altri, l'ordine pubblico, la difesa nazionale o seminare il panico tra la popolazione». Il partito Ennahdha ha chiesto la liberazione immediata del suo leader e «la fine degli attacchi contro gli attivisti politici dell'opposizione».
Ghannouchi è rientrato in Tunisia nel 2011 dopo un esilio durato una ventina d'anni, e da tempo era nel mirino di diverse indagini da parte della procura antiterrorismo.
Interrogato più volte in questi ultimi due anni per sospetti di finanziamento illecito e per aver facilitato in passato l'invio di jihadisti tunisini in Siria, Libia e Irak per sostenere i militanti dello Stato islamico, Ghannouchi, era sempre uscito pulito dalle inchieste a differenza di molti compagni di partito. Ora un nuovo capitolo del caos Tunisia che oltre a Ghannouchi riguarda, da vicino, anche il nostro Paese.
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